giovedì 26 dicembre 2013
Train the brain (allena il cervello) ​è il protocollo senza uso di farmaci realizzato dal neurofisiologo Lamberto Maffei: sfrutta i benefici dell'attività fisica, del gioco e della musica.
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Potere della muscia. E del gioco. E di tutte quelle attività, fisiche e mentali, che mantengono “giovani”: il primo progetto al mondo per prevenire l'alzheimer parte proprio da qui, ed è stato realizzato a Pisa dal neurofisiologo Lamberto Maffei, presidente dell'Accademia dei Lincei. Il protocollo, che non contempla uso di farmaci, si chiama «Train the brain» (tieni allenato il cervello) e ha vinto il premio Eureka 2013 per l'Innovazione (assegnato dal Ministero dell'Istruzione, Università e ricerca e dall'associazione Culture e Science) e potrebbe alleggerire l'enorme crescente peso sociale, sanitario ed economico delle malattie cerebrali degenerative. I risultati finora ottenuti nel centro di Pisa sui pazienti che iniziano a sviluppare la patologia, mostrano nei soggetti un miglioramento e anche un buon livello di gradimento della terapia al punto che molti al termine del primo ciclo di trattamenti chiedono di poter tornare per uno successivo. E i parenti parlano di benefici comportamentali nell'ambito dei rapporti all'intero della famiglia. Dal punto di vista clinico i trattamenti praticati, facendo allenare le funzionalità cerebrali con attività fisiche, intellettuali, musicali e ludiche, hanno fatto registrare una riduzione della perdita di materia cerebrale dovuta all'invecchiamento e un aumento dell'afflusso sanguigno al cervello. Il progetto, che rientra nelle strategie internazionali dell'Unione Europea e dell'Ocse per affrontare il progressivo invecchiamento della società, conferma la prestigiosa tradizione italiana negli studi neurologici, legata a nomi di grandi scienziati come Rita Levi Montalcini. L'alzheimer è una patologia di cui non si conosce ancora la cura, che colpisce 35 milioni di persone, che si prevede raddoppieranno nei prossimi 20 anni. L'Italia è particolarmente interessata avendo una delle popolazioni più vecchie al mondo, insieme a Giappone e Corea. Il costo di un paziente di alzheimer raggiunge i 50mila euro l'anno tra costi diretti (farmaci, analisi periodiche, risonanze, ricoveri in ospedali e case di cura attrezzate, badanti) e costi indiretti, che si presentano nei casi in cui un parente lascia il lavoro per prendersi cura del malato.

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