venerdì 30 marzo 2012
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​Giù le mani dagli scarafaggi. Lo stabilito ieri il Tribunale dell’Unione Europea: i marchi comunitari non possono contenere la parola «Beatle». Niente da fare per una azienda produttrice di mezzi a rotelle elettrici che nel 2004 aveva presentato domanda per registrare un marchio composto dal termine «Beatle». Subito era insorta la Apple Corps, la celebre società discografica fondata dai The Beatles, proprietaria a sua volta del marchio della band. Il contenzioso legale derivatone si è risolto ieri con la vittoria dell’etichetta della mela verde: «I marchi anteriori "Beatles" e "The Beatles" – ha spiegato il Tribunale – godono di importante notorietà e in virtù del loro carattere distintivo il pubblico penserà immediatamente a loro».Sull’origine del nome Beatles la mitologia è corposa. Un termine che mescola la parola beetle, «maggiolino» (sì, come l’auto, che con le sue due "e" infatti resta immune dalla sentenza) e non tanto scarafaggio secondo la traduzione corrente italiana, e beat, «ritmo». Di certo ha portato fortuna a Lennon e compagni. I quali già all’epoca rivelarono talento imprenditoriale oltre che artistico: attraverso la Seltaeb vendevano licenze per produrre con il loro marchio magliette e cappelli ma anche parrucche, biscotti e croccanti alla nocciola, sveglie, cuscini, carta da parati, attaccapanni e spazzolini da denti. Si stima che solo nel 1964 negli Usa fatturarono per 100 milioni di dollari.Ma i Re Mida del pop rimasero tali anche quando nel 1970 misero fine alla storia comune. Da quando il gruppo si sciolse, sono molti i dischi arrivati sugli scaffali. Senza contare le rimasterizzazioni degli album storici, sono quattro i dischi live usciti tra il 1977 e il 1994 e ben 38 le compilation pubblicate tra il 1971 e il 2010. Continuando a macinare record. Anthology volume 1 è il doppio album più venduto nella prima settimana di uscita: negli Stati Uniti tra il 21 e il 28 novembre 1995 vendette 855.473 copie. One, del 2000, che raccoglie i singoli piazzatisi al primo posto nelle chart, a sua volta arrivò in cima a tutte le classifiche mondiali. Nel 2009 la Apple Records ha fatto sapere che in tutto il mondo il disco ha superato i 31 milioni di copie. Nel 2011 Abbey Road è stato il vinile più venduto.I Beatles oggi sono ovunque. Dal febbraio scorso Yesterday (per inciso, la canzone con più cover al mondo), Come together e altre 25 canzoni sono disponibili su iTunes come suonerie per cellulari. Profanazione o regalo ai fan? Dal 1 aprile tutti gli album saranno disponibili su Touch Tunes, il juke box digitale che vende musica a 50mila ristoranti, hotel e club negli Stati Uniti.Tutto questo è possibile perché dal novembre 2010 i Fab Four sbarcarono su iTunes (vendendo 2 milioni di canzoni in pochi giorni). Nemesi storica: tre anni prima la Apple Corps aveva perso una causa decennale proprio con la Apple Computer sull’uso del marchio con la mela. Nonostante l’etichetta pare avesse ispirato Steve Jobs.Ma il marchio Beatles non ha prezzo. Nel 2011 McCartney (il cui patrimonio nel 2010 era stimato in 570 milioni di euro) ha guadagnato 35 milioni di euro. E il 19 aprile arriverà per un giorno solo nelle sale mondiali il film di Scorsese su George Harrison. Proprio lui che aveva detto: «I Beatles esistono benissimo anche senza di noi». Mai giudizio fu più azzeccato.
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