sabato 28 settembre 2019
Dal 18 dicembre “L’uomo in bianco”, la serie prodotta da Rai Vaticano e Rai Premium, che in ogni puntata propone un ritratto inedito di Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II
Il Novecento dei Papi, la storia di quattro giganti
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Quattro Papi che hanno segnato la storia del ’900, ma che, soprattutto, sono rimasti nei cuori della gente per la loro grande umanità. Un ritratto inedito di Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II in quattro reportage: questa la nuova serie di approfondimenti dal titolo L’uomo in bianco, prodotta da Rai Vaticano e Rai Premium, in onda dal 18 dicembre, ogni mercoledì alle 23.30, fino all’8 gennaio. La serie è stata presentata al 71esimo Prix Italia della Rai, che si è concluso ieri a Roma, dal responsabile di Rai Vaticano Massimo Milone e dal direttore di Rai Gold Roberta Enni. I reportage di mezz’ora ciascuno, che inaugurano una nuova collaborazione fra la struttura Rai Vaticano e Rai Premium che li trasmetterà , verranno preceduti nella serata dalla riproposizione di una fiction Rai dedicata al Papa in questione.

«Leggere il pontificato di questi grandi Papi dal punto di vista della loro umanità: questo è il filo conduttore dei quattro reportage, attraverso piccole e grandi storie di gesti, incontri, eventi, uomini e sensibilità che hanno cambiato il volto della nostra storia» spiega ad Avvenire Massimo Milone, che è curatore e coordinatore del programma degli autori Carlotta Bernabei, Stefano Girotti, Martha Michelini e Nicola Vicenti. «Una sensibilità che parla al mondo intero, ma anche al cuore di ogni singola persona prosegue -. Basti pensare al discorso di Giovanni XXIII della luna o a quello ai carcerati, a Paolo VI che parla all’Onu, a Giovanni Paolo I che dice che Dio è madre e a Giovanni Paolo II che amava la poesia, l’arte e che era potente e coraggioso». «Curando questo progetto mi sono posto il problema: cosa c’è dietro a un grande pontificato profetico è rivoluzionario come quello di papa Francesco, o dietro a un gesto così importante e universale delle dimissioni di Ratzinger? C’è una storia di continuità di quattro Papi straordinari che li hanno preceduti, c’è il dialogo e l’umanità che sono stati la priorità di tutti questi pontefici - aggiunge Milone -. Queste figure hanno permesso quello che adesso papa Francesco sta proponendo alla Chiesa. Hanno cominciato ad aprire porte e a trovare sentieri nuovi che Francesco, come compagno di viaggio, ci sta facendo percorrere. Il senso di questi reportage inediti è che questa storia permette alla Chiesa di guardare avanti. Perché queste grandi figure sono tutte accomunate da una certezza: che Cristo è il centro della storia dell’umanità».

I reportage propongono immagini esclusive e inedite dei luoghi di origine dei Papi e dei loro ministeri e con le testimonianze, tra gli altri, dei cardinali Gianfranco Ravasi, Stanislao Dziwisz, Angelo Comastri, degli storici Alberto Melloni e Marco Roncalli, degli studiosi Stefania Falasca, Angelo Maffeis e Davide Fiocco, di Fausto Montini, nipote di Paolo VI e Gianni Luciani, nipote di Giovanni Paolo I, del fotografo dei Papi Arturo Mari, dell’aiutante di camera di Giovanni XXIII Guido Gusso. «Ci racconteranno tutti perché questa sensibilità umana diventa racconto globale e corale che poi diventa magistero», prosegue il direttore. Si inizia con Giovanni XXIII, il Papa buono, il 18 dicembre. Rai Vaticano racconterà la storia umana di Angelo Roncalli. Per tutti buono, affabile, sincero. Il suo pontificato ha aperto la Chiesa alla modernità andando oltre la bontà per la quale oggi è ancora tanto amato. E poi Paolo VI, il Papa della modernità, in onda il 25 dicembre. «Ha ancora valore ricordarlo timido, amletico, titubante? - si domandano gli autori - È stato l’uomo che ha tracciato i sentieri tuttora percorsi dai suoi successori. Intellettuale con il popolo al centro del suo cuore. Ha vissuto anni difficili, da martire e da silenzioso uomo di preghiera». Oggi è santo. Come Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Così come il percorso verso la santità appartiene a Giovanni Paolo I, il Papa dello stupore, che vedremo, sempre su Rai Premium, l’1 gennaio 2020. La sua memoria resta ancora viva seppur inserita fra due giganti, Montini e Wojtyla. Eppure il suo breve pontificato è fatto di intuizione e profezia. E poi Karol il Grande, Giovanni Paolo II, il Papa del coraggio, in onda l’8 gennaio. Ha vissuto la storia del Novecento, divenendone protagonista centrale. Si ricordano gesti, viaggi e record. Ma soprattutto a prevalere è la memoria da maestro di speranza e saldo uomo di fede, un uomo che amava il teatro e la poesia.

I quattro Papi vengono quindi raccontati nel contesto storico, ma lontano da ogni agiografia, affrontandone anche le difficoltá. «Pensiamo al Concilio -aggiunge Milone -. Tutti loro avevano come obiettivo la riforma della Chiesa nella continuità, che è l’obiettivo di Bergoglio. La Chiesa non avanza nella storia sempre in modo tranquillo e lineare. C’è però sempre un filo conduttore. Il magistero precedente è una anticipazione di quello che il soggetto Chiesa va a concretizzare con il magistero successivo. Il soggetto è la Chiesa che porta avanti, attualizzando alla storia del momento, il Vangelo di Cristo. Questi uomini sono stati sacerdoti, vescovi e Papi del XX secolo e ne hanno conosciuto le tragedie, ma non ne sono stati sopraffatti perché più forte in loro era Dio».

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