giovedì 29 ottobre 2009
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Trecento secondi per fare e altrettanti per disfare. Napoli-Milan va in archivio come una partita non certo memorabile tra due parentesi roventi: quella dei primi cinque minuti, nei quali il Diavolo incenerisce il San Paolo con due gol, e quella degli ultimi 300 secondi, concessi da Rizzoli come tempo di recupero e sfruttati dagli azzurri per riprendere per i capelli una partita ormai persa.Non è bastato, ai rossoneri, un inizio veemente, antitetico rispetto ai molli approcci delle gare precedenti. La tenera difesa del Napoli è fulminata in un gruzzolo di secondi da Pippo Inzaghi (assist al bacio di Seedorf, 2’) e da Pato, che, posizionato sulla linea di centrocampo, si è beatamente ritrovato campo aperto davanti agli occhi su un rilancio difensivo corretto da Inzaghi (5’). Da lì in giù, è cominciata la partita dei partenopei. Peccato per loro che il punteggio dicesse già 0-2 e ancor più che i tentativi degni di nota di invertire concretamente il trend della partita fossero pochi e incerti a dispetto di una disposizione tattica spregiudicata, per non dire autolesionista, del Milan. Alla faccia del doppio vantaggio, i rossoneri si difendono in sei (quattro difensori e due mediani, Ambrosini e Pirlo): tra essi, tra l’altro, non c’è il totem Alessandro Nesta, messo fuori gioco da un risentimento muscolare dopo una decina di minuti.Gli altri guardano e aspettano il recupero. Seedorf non aiuta come a Madrid o col Chievo, ma almeno gestisce palloni con la consueta intelligenza, Pato e Inzaghi si piazzano in attesa si suggerimenti per contropiedi certamente non innescati da Ronaldinho. Ma il vero problema di Leonardo è una squadra che, oltre a subire sempre di più la pressione degli avversari, non riesce più nemmeno a spaventare il Napoli, che insiste a tocchettare a ritmo di samba mentre il cielo della propria area è sempre più scuro. E quando comincia a piovere, il Diavolo ha la conferma di avere ritrovato un ombrello chiamato Nelson Dida. Riconvertito dalla paratissima salvapunti di Verona, il portiere intarsia nella prima fetta di ripresa prodezze in serie. Leonardo ringrazia e dimostra di avere codificato il messaggio del suo portiere togliendo l’irritante Ronaldinho (che fa pure l’offeso uscendo dal campo) e inserendo Flamini per un 4-4-2 più dinamico e saggio. Che regge fino a quando Abate, ancora molto indietro di cottura per tecnica e saggezza, si fa espellere. Il Milan prova a rimanere tranquillo, a gestire: ma Cigarini inventa il gol (sinistro da fuori al volo dopo un angolo, 91’) che inietta speranza al Napoli: e tre azioni più tardi, l’altro subentrato Denis castiga di testa. È il 2-2: risultato rocambolesco quanto si vuole: ma alla fine giusto.
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