giovedì 10 febbraio 2022
In occasione dei 10 anni del Museo presentato un progetto di rigenerazione urbana che aggiungerà uno spazio polifunzionale, aree verdi e tanta innovazione alla struttura ideata da Zaha Hadid
Giovanna Melandri, Dario Franceschini e Lorenzo Guerini firmano una lettera d’intenti durante la presentazione del progetto Grande Maxxi

Giovanna Melandri, Dario Franceschini e Lorenzo Guerini firmano una lettera d’intenti durante la presentazione del progetto Grande Maxxi - Ansa/Frustaci

COMMENTA E CONDIVIDI

«Un'idea pensata durante i momenti più bui della pandemia. Ci siamo chiesti cosa potevamo fare e come potevamo valorizzare la nostra istituzione nel momento di crisi non solo sanitaria ma anche economica, sociale, progettuale. Con la collaborazione dei ministeri competenti e di Roma Capitale ne è nato un progetto di recupero del patrimonio urbano, che in prospettiva riguarderà anche le strutture sportive semidismesse e il quartiere pensati per le olimpiadi del 1960. Per noi è una rinascita a dieci anni da quella del Museo. Una rivoluzione che ci proietta nel futuro». Lo ha spiegato la presidente della Fondazione Maxxi Giovanna Melandri presentando l’iniziativa che darà vita, entro il 2026, al Grande Maxxi. Un’idea di centro poli funzionale e poli culturale allargato che coinvolgerà alcune delle aree adiacenti al Museo che sono di proprietà della Difesa.

È questo il contesto in cui giovedì 10 febbraio al Maxxi di Roma, il Museo delle arti del XXI secolo è stato firmato un documento di intesa fra la Fondazione che lo gestisce, il ministero della Cultura, il ministero della Difesa e il ministero delle Infrastrutture per il rilancio dell’area urbana sulla quale sorge la struttura progettata da Zaha Hadid. Con Giovanna Melandri erano presenti i ministri Dario Franceschini, Enrico Giovannini, Lorenzo Guerini, il sindaco di Roma e, naturalmente, la coordinatrice del Progetto Margherita Guccione, che per il Maxxi è responsabile del settore architettura. Quest’ultima ha sottolineato come l’iniziativa intenda viaggiare speditamente, con tempi e costi certi a partire dal rispetto del budget di finanziamento che è di 20 milioni. Il bando di concorso per le nuove strutture da realizzare è già online, è internazionale e fa riferimento a squadre di professionisti in cui devono essere presenti architetti, paesaggisti, agronomi ed esperti di innovazione scientifica e di energie alternative.

Nel dettaglio il progetto è stato spiegato da Melandri che ha parlato di sostenibilità, innovazione e inclusione nella logica del Pnrr. Parole, ha detto, che «da sempre sono al cuore della nostra ricerca artistica». In sostanza si tratta di mettere insieme azioni integrate che riguardano sia l’edifico sia l’area urbanistica attigua. «Costruiremo un nuovo edificio sostenibile e multifunzionale che sorgerà in un’area demaniale che affaccia su via Masaccio. Struttura che ospiterà un polo di ricerca e sperimentazione per la rigenerazione urbana con fusione di arte, architettura, urbanistica, intelligenza artificiale. Un centro di eccellenza per il restauro del contemporaneo in collaborazione con istituzioni prestigiose del restauro italiano. Spazi per la formazione educativa, in particolare formazione specialistica per creare nuove professionalità e dare spazio e futuro ai giovani. Sono previste anche case di artista. Sul tetto ci sarà un giardino pensile collegato a un grande corridoio verde che invaderà l’attuale edificio del Maxxi e l’area circostante. Un progetto green che prevede anche coltivazioni in atto e orti urbani. Il progetto, nel suo complesso, dovrà prevedere la neutralità carbonica di tutto il Grande Maxxi rispettando il vincolo delle linee architettoniche di Zaha Hadid e coinvolgendo alcuni edifici militari circostanti. Maxxi e demanio militare insieme con l’idea di diventare un prototipo per l’uso del fotovoltaico di nuova generazione sui beni pubblici e il patrimonio monumentale anche con programmi di riciclo e di riuso degli allestimenti e il recupero delle risorse idriche per le irrigazioni».

Il progetto prevede anche una app digitale rafforzata che attraverso le nuove tecnologie digitali favorisca la conoscenza del Museo ma anche sia in grado di garantire e favorire la creatività dei giovani artisti. App che inoltre consentirà di entrare nel cuore pulsante del Maxxi che sono i depositi di opere e collezioni. Un cuore che si vuole aprire anche per la ricerca, lo studio, la formazione. Tutto questo, ha aggiunto Melandri «mettendo insieme artisti, alta tecnologia, algoritmi, agronomi, studiosi, sociologi, scienziati, scrittori, poeti e partner pubblici e privati per diventare una sorta di officina del futuro».

A proposito di futuro il ministro della Cultura Franceschini ha sottolineato l’esigenza di colmare lo spazio enorme intorno all’arte contemporanea che in Italia è sempre stato trascurato. «Essere dentro a questo settore è fondamentale per accompagnare lo sviluppo dei prossimi anni. Il progetto del Grande Maxxi è ciò di cui ha bisogno il Paese: credere e investire nel futuro anche attraverso una fattiva collaborazione fra pubblico e privato».

Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture, ha parlato di «un nuovo inizio in quattro parole: futuro, inteso come cultura della progettualità; sostenibilità, in un momento in cui si è scelto di inserire in Costituzione questo principio in funzione delle generazioni future; rigenerazione urbana; inclusione, che non è semplicemente superare barriere e aiutare chi è rimasto indietro, m anche qui è dar vita a una nuova idea di socialità, di crescita insieme».

Un progetto che vede il forte coinvolgimento della Difesa, che il ministro Lorenzo Guerini ha voluto sottolineare in quanto utilizzo di beni demaniali per lo sviluppo delle comunità urbane sui quali insistono. In questo caso non soltanto cedendo nuove aree al Maxxi, che già sorge su una precedente area militare, ma anche con la realizzazione di «una sorta di comunità energetica fra Maxxi e l’adiacente caserma Ciarpaglini. Inoltre la cessione di queste aree sarà in qualche modo ricompensata dal ministero della Cultura con un vasto programma di recupero e valorizzazione dei musei di Storia militare che custodiscono pezzi fondamentali e di grande valore per la storia del nostro Paese».

Ultimo tassello è quello che vede il coinvolgimento del comune di Roma. In proposito il sindaco Gualtieri ha detto che «Roma capitale entrerà a far parte della Fondazione Maxxi con l’idea di far nascere un polo culturale e di sviluppo in quella vasta area urbana sulla quale insistono oltre al Maxxi, caserme militari, l’Auditorium di Renzo Piano, il palazzetto dello sport e lo Stadio Flaminio realizzati per le Olimpiando del ’60 e oggi semi abbandonati, due grandi aree verdi come Monte Mario e Villa Glory e il progetto della Città della scienza negli spazi della caserma di via Guido Reni. Il tema è quello della rigenerazione urbana creando forme di socialità e nuove potenzialità culturali, artistiche e scientifiche di sviluppo coinvolgendo urbanisti e grandi architetti come lo stesso Renzo Piano».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: