mercoledì 15 luglio 2009
Nonostante l’attuale recessione cresce in Italia la domanda di testi di spiritualità: oggi si contano circa 25 mila titoli di editori cattolici in catalogo, quasi 3 mila quelli pubblicati solo nel 2008. I dati sono stati al centro di un convegno svoltosi ieri a Padova
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«Aumenta la domanda del libro religioso mentre la filiera delle editrici e librerie cattoliche si sente in sofferenza » . Un paradosso. Eppure è questa la descrizione più stringata che Enzo Pagani, libraio e vice- presidente del Uelci ( Unione editori e librai cattolici italiani) si sente di dare della situazione attuale. L’occasione per questa e altre riflessioni è stata il convegno a porte chiuse che si è tenuto ieri a Padova, nei locali dello studio teologico della città veneta, organizzato appunto dal Uelci. Tema della discussione, un’accurata indagine sullo stato dell’editoria cattolica e religiosa in Italia curata da Giovanni Peresson, dell’ufficio studi dell’Aie, ( l’Associazione italiane editori) che, ancora in via di completamento, verrà resa nota a settembre. Fra gli elementi emersi dal confronto fra gli operatori innanzi tutto c’è la tenuta del comparto editoriale cattolico nel suo insieme, la cui fetta di mercato – su un giro d’affari dell’editoria libraria italiana che si aggira sui 3 miliardi e 700 milioni resta più che rilevante e in questo un caso forse unico in Europa. « La crisi generale morde – spiega padre Alfio Filippi, anima delle Edizioni Dehoniane di Bologna –: se l’anno scorso il reso medio delle librerie era sul 20%, quest’anno siamo al doppio. Soprattutto perché i librai, alle prese con problemi di liquidità, tengono un titolo fra gli scaffali il minor tempo possibile. Però il comparto si dimostra vivo, anche con l’aiuto dei testi ' ufficiali' o magisteriali: la nuova edizione della Bibbia Cei, per esempio, è andata molto bene e ha sostenuto le vendite nel 2008 » . Per Giorgio Raccis, presidente Uelci, « anche senza dati precisi sotto mano si può dire che lo stato patrimoniale delle case editrici, per lo meno di quelle con dimensioni medie o grandi, è buono. Sono realtà che spesso hanno alle spalle istituti religiosi o che comunque, non dovendo distribuire dividendi agli azionisti, negli anni passati, in tempi cioè in cui la concorrenza era meno forte, hanno potuto consolidarsi economicamente. Il che permette loro anche di affrontare congiunture difficili come questa». «C’è poi – continua Raccis – una tendenza che si evince dall’indagine e che per la verità ci era già abbastanza chiara dal lavoro sul campo: la crescita della domanda libri religiosi e tra questi anche cattolici, negli ultimi otto anni. Un fatto in contro tendenza rispetto a quasi tutti gli altri settori editoriali. Tra l’altro, una domanda che vede protagonista una fascia di lettori importante, quella tra i 30 e i 45 anni, di buona scolarizzazione. Il che fa ben sperare per il futuro . Fa ben sperare, ma allo stesso tempo rimanda al paradosso iniziale: se il libro religioso e cattolico conosce un trend positivo, se la solidità economica delle case editrici principali non è in discussione, dove sta concretamente la sofferenza denunciata da Pagani e da tanti altri colleghi? La risposta è presto data e non è propriamente una novità. È la difficoltà a ottenere spazi nelle grandi librerie laiche, sottolinea una operatrice del settore. È la vita accorciata del libro, come ribadisce il direttore delle edizioni Messaggero Padova, Massimo Maggio, per cui le ristampe diminuiscono e si impone un rinnovamento costante del catalogo ( a oggi sono circa 25mila i titoli di editori cattolici in catalogo, 2717 quelli pubblicati solo nel 2008). È il fatto – fa notare Giovanni Peresson – che anche il libro religioso, come accade per gli altri generi, è sempre più vissuto come un “normale” bene di consumo, per cui è soggetto alla propensione a spendere o meno dei consumatori/ lettori. Ed è sempre più influenzato dall’effetto traino che hanno i bestseller, con il conseguente calo di vendite quando non ci sono fenomeni editoriali in campo. Infine, spiega padre Gilberto Zini delle edizioni Ancora, è la difficoltà a vivere da pesci piccoli in un mare dove la selezione naturale è spietata. A questo riguardo, forse il vero punto dolente, commenta Raccis: «L’analisi dei punti di criticità deve indurre certamente a interventi di razionalizzazione e di efficienza aziendale. La fase del ' volontarismo' nel mondo cattolico è stata ampiamente superata, ma resta la tendenza a difendere la propria indipendenza, il proprio limitato spazio di azione, con una difesa alle volte di bandiera e che deve essere rivista. L’editoria cattolica è stata antesignana nel passato dei processi di integrazione tra casa editrice, distribuzione e libreria. Ora è necessario colmare il ritardo che si è creato con il mondo editoriale più organizzato e cercare di raggiungere quella ' massa critica' che è indispensabile per stare sul mercato».
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