venerdì 15 aprile 2016
«Il Festivaletteratura per far uscire Mantova dalla sua gabbia»
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Scaffali in legno e libri. Migliaia di libri. Luca Nicolini sembra quasi accarezzarli con lo sguardo mentre racconta la sua Mantova. «Qual è il maggior difetto della città? Essersi cullata troppo nella sua bellezza e nella sua storia». Dalle vetrine della libreria Coop Nautilus, in un angolo del centro storico, osserva chi passa. E con la mente va subito alla sua più nota creatura, il Festivaletteratura, di cui Nicolini è l’anima e il presidente da venti anni esatti. «Quando abbiamo iniziato questa avventura, volevamo aiutare Mantova a uscire dalla sua peggiore gabbia: quella di essere vista soltanto come una città d’arte rinascimentale. Non possiamo vivere unicamente del nostro glorioso passato».

A distanza di quattro lustri il nome della patria di Virgilio viene associato alla passerella settembrina della pagina scritta. «E dire che siamo tagliati fuori dalle grandi vie di comunicazione – prosegue Nicolini –. Difficilmente la città può essere raggiunta con i mezzi pubblici, ma attrae un segmento di turismo che chiamerei alternativo: è quello naturalistico-ambientale che si muove soprattutto in camper. Perché la nostra è una terra verde, circondata dall’acqua e caratterizzata anche dalla buona cucina». Eppure quando si parla di giovani, Mantova fa cilecca. Le imprese targate under 35 sono una rarità. «Ai ragazzi questo angolo della pianura Padana offre poco – osserva uno degli ideatori del Festival –. Non possiamo ridurci a essere una città di negozi monomarca. C’è bisogno di una svolta». Magari con la Capitale italiana della cultura. Forse è più un sogno che una prospettiva concreta. «Ma c’è fermento – sostiene il cultore di libri –. Finalmente si sta prendendo coscienza che il titolo ottenuto lo scorso autunno è un’opportunità. Certo, come accade nei giorni del Festival, c’è sempre una parte della comunità locale che guarda con sospetto e fastidio al venir meno di quella placidità che segna la nostra vita. Ne sono emblemi le giornate afose in estate e quelle accompagnate dalla nebbia in inverno».

Se a Nicolini si chiede quale sia il punto di forza di questa “perla” plasmata dai Gongaza, lui indica con la mano oltre i vetri della libreria. «È il centro storico che ha una conformazione urbanistica sorprendente. A me piace vederlo come un grande palazzo dove le vie sono i corridoi e le piazze diventano le stanze. Lo ripeto spesso a chi arriva per il Festivaletteratura». Una felice circostanza ha voluto che l’anno della Capitale della cultura coincida con il ventennale della kermesse. «Il Festival entra a pieno titolo nel calendario degli eventi – tiene a precisare Nicolini –. Anzi, abbiamo voluto dare il nostro specifico contributo organizzando incontri con autori e artisti per tutto l’anno».

Quando una rassegna festeggia le “nozze di cristallo”, si può tirare qualche somma. «La premessa è che siamo partiti per caso – racconta il presidente –. Negli anni Novanta i Paesi anglosassoni potevano contare su vivaci festival letterari, ma non l’Italia. Allora, con un gruppo di amici che è ancora lo stesso, abbiamo pensato di proporne uno nella Penisola. Per di più la nostra città è perfetta per accogliere una manifestazione di questo genere. Comunque non avevamo l’ambizione di essere ancora qui e soprattutto di fare da capostipite per centinaia di proposte simili». Mantova si riempie durante il Festival. E sembra dire che c’è sete di parola. «C’è voglia di conoscere, di confrontarsi, di scoprire nuovi mondi. La tv non aiuta. L’università è asettica. La carta stampata parla a un’élite. Invece un’iniziativa come la nostra favorisce lo scambio dal basso: non solo negli incontri ufficiali, ma anche per strada dove scrittori o editori vengono fermati fino a notte fonda». Il programma dell’edizione 2016, dal 7 all’11 settembre, non è ancora definito. «Ma – anticipa Nicolini – sarà inaugurato l’Archivio del Festival: conterrà relazioni, appunti, registrazioni audio, foto di questi venti anni. Quando sarà online, in molti capiranno che rappresenta un unicum a livello nazionale».

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