venerdì 13 febbraio 2009
Due grandi protagonisti delle stracittadine degli anni Sessanta presentano la partita di domenica sera, che potrebbe imprimere una svolta decisiva alla stagione Intanto tiene ancora banco il futuro del tecnico rossonero. 
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Milan  Giovanni Lodetti: «Senza Kakà servirà un capolavoro» Era il 1964: «Io, Trapat­toni e Pela­galli il mercoledì sera andammo a vedere Inter-Di­namo Bucarest in coppa Cam­pioni: finì 6-1... Quattro giorni dopo ci sarebbe sta­to il derby e all’uscita di San Siro dis­si: “Ragazzi, domenica io non mi pre­sento contro questa Inter...”. Invece andai in campo e segnai una dop­pietta: quel Milan-Inter finì 3-0». Momenti di gloria del “Basleta”, al se­colo Giovanni Lodetti, eterna anima rossonera. In quella stagione ’64-’65 lo scudetto però lo vinse l’Inter. L’andazzo sembra lo stesso alla vi­gilia di questo derby. «Peggio ancora... Per il Milan questa è u­na partita da ultima spiaggia. E forse una vittoria, dal punto di vista della classifica non credo che cam­bierebbe molto. Gli unici vantaggi po­trebbero esserci sot­to l’aspetto psicolo­gico: il fatto di vin­cere due derby su due potrebbe in­nescare qualche effetto a sorpresa». Per esempio? «Beh, magari l’Inter può comincia­re a sentirsi più vulnerabile e in con­comitanza con gli impegni di Cham­pions potrebbe avere un calo fisio­logico dal punto di vista mentale e magari anche fisico...».Speranze da bandiera rossonera, ma veniamo alle magagne del suo Milan: perché arranca a -8? «Non ha rinforzato la difesa. Resta da capire se in estate ci sia stato un errore di valutazione sulle condizio­ni di Nesta. Ora come ora l’assenza di un centromediano si avverte in maniera devastante: dietro la squa­dra prende puntualmente gol». Al posto del difensore ad hoc si so­no presi attori di primo piano, che fanno la gioia del marketing. «I risultati del marketing infatti pre- miano la società, peccato che inve­ce non tornino i conti in classifica. E per quelli, prima di tutto si deve ri­spondere ai 45mila abbonati e ai tifo­si che ogni domenica pagano il bi­glietto e cominciano ad essere un po’ stufi di questo Milan qui...» Per caso, sta dicendo che la colpa del flop rossonero è di Ronaldinho o di Beckham? «Ronaldinho ha salvato la prima par­te di stagione del Milan, 7 gol pesanti in campionato (derby compreso) e 2 in Uefa. Poi ha cominciato ad ar­rancare alla ricerca di una condizio­ne fisica che se arrivasse potrà fargli dimostrare di non essere un calcia­tore qualsiasi, lui è “il calcio”. Aspet­tiamolo ancora un po’. Beckham ha dimostrato di essere ancora un cam­pione, se resta è un affare per tutti».Intanto a questo derby il Milan si presenterà senza Kakà. «Assenza decisiva, perché Kakà è u­no che segnò subito al primo derby che ha disputato e que­sta partita ce l’ha nel sangue. Difficile so­stituirlo, a meno che la squadra non tiri fuori una prestazio­ne straordinaria». Si può cominciare a parlare di fine del ci­clo Ancelotti? «I conti si tirano a giugno, certo un altro scudetto che finisce all’Inter e lo spettro di un’altra stagione senza Champions (la Roma e la Fiorentina sono in agguato) potrebbero indur­re a voltare pagina». Molti indicano in Frank Rijkaard il futuro allenatore del Milan. «A quel punto salterà Ronaldinho vi­sto che a Barcellona Rijkaard non lo vedeva più. Ma a Berlusconi “Dinho” piace troppo: resta tutto da vedere». Torniamo al presente: un pregio del-­l’Inter di Mourinho. «Una rosa ampia, con ricambi ec­cellenti in ogni reparto, e vette di qualità altissime a partire da Ibra». E un difetto dei nerazzurri? «In Champions si smarriscono, a vol­te mancano di personalità. Ma, pur­troppo per noi, questo è un derby di campionato e non di Coppa. Quelli lì di solito li vince il Milan». «Un nervo scoperto resta la difesa: prende troppi gol. Finito il ciclo di Ancelotti? Se l’Inter fa tris si volterà pagina e Beckham non parte».
Inter  Luisito Suarez: «Ma a noi interessa la Champions»Lodetti sostiene che Luisito Suarez sia stato il più grande fuoriclasse dei suoi tempi. «Non posso dire lo stesso di Giovanni - ride l’interista Suarez -. Lodetti non aveva dei colpi da fuoriclasse, ma era un campione di rendimento. Uno alla Gattuso, ma molto più tecnico». Suarez, ora veniamo a questo derby con la sua Inter capolista in silenzio stampa per sentirsi più serena... «Ognuno fa quello che vuole, ma se la motivazione è stata per avere maggiore serenità allora perché non fare silenzio tutto l’anno? Il bello di un derby è anche un po’ di sana polemica, di punzecchiature reciproche, su cui poi ci ricama la tifoseria. Mi sembra manchi il colore a questa vigilia e non va bene».Possiamo dire che Mourinho è già il vincitore virtuale di questa stagione?«Come personaggio si è presa tutta la luce possibile, i risultati sono buoni, ma pur sempre parziali. Aspettiamo di vedere la fine del campionato e soprattutto come va il match di Champions contro il Manchester».Sta dicendo che la stagione nerazzurra si decide più in Europa che in campionato?«Il campionato secondo me non è in discussione, anche in caso di sconfitta nel derby lo scudetto lo vincerà ancora l’Inter. C’è invece il tabù della Champions che deve essere sfatato altrimenti diventerà un fardello sempre più ingombrante».Non pare strano vedere Roberto Mancini ancora “disoccupato”?«Sì, ma al tempo stesso penso che non sia facile accollarsi un contratto economicamente pesante come il suo. E poi Mancini ormai non è disposto a scendere da un certo target, vuole andare in un club che non abbia minore appeal dell’Inter».Meglio l’Inter del primo Mourinho o quella di Mancini?«Le fortune e le sfortune di un allenatore le fanno i giocatori con la loro capacità di mettersi a disposizione della squadra».Cosa che non è riuscita a Quaresma: per lei è un campione incompreso o un bidone?«Né l’uno, né l’altro. Quaresma è un buon giocatore, ha pagato l’essere stato presentato in pompa magna come l’acquisto più costoso e tutti si aspettavano da lui delle cose straordinarie, invece, non so per quale motivo, non gli è riuscita neppure la più semplice delle giocate e San Siro l’ha coperto di fischi».Giusta la gestione di Balotelli?«Con il ragazzo ci vuole bastone e carota, al momento mi pare che Mourinho stia usando solo il bastone, vediamo se pagherà. Balotelli è un talento sicuro, però la comunicazione odierna tende sempre ad ingigantire i valori sia in positivo che in negativo, la verità invece è nel mezzo, basta saperla leggere».Cosa c’è che non va nel Milan?«E’ una squadra male assortita, che ha troppo dal centrocampo in su e poco o niente nel reparto difensivo. Mi sfugge il perché quest’estate non abbiano provveduto a colmare quei vuoti che si erano manifestati pesantemente la passata stagione…».Troppe lacune dunque nei rossoneri per poter competere con l’Inter?«Il derby, come dimostra la gara dell’andata è una partita a sé che si vince con la testa e la grinta. Loro sono una squadra da grandi appuntamenti e quindi non mi stupirei se anche senza Kakà tirassero fuori dal cilindro una prestazione maiuscola».Il Milan ha tre Palloni d’Oro in rosa, Ibrahimovic è pronto per vincerlo? «Certo, ma molto dipenderà dall’esito della sfida di Champions. La consacrazione di Ibra e quella dell’Inter ormai passano esclusivamente dall’Europa».
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