martedì 17 gennaio 2017
Senza Zalone le ultime festività hanno visto il box office italiano crollare del 38%. Crescono i film italiani, ma molte uscite sono fittizie, solo per ottenere finanziamenti
Spettatori con gli occhiali per la proiezione in 3D (Ansa)

Spettatori con gli occhiali per la proiezione in 3D (Ansa)

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Il cinema nel 2016 cresce, però è un mezzo flop. Non è un paradosso ma la verità che emerge dai dati Cinetel, ente che rileva il 93% delle sale italiane, presentati oggi a Roma all'Anica dal nuovo presidente Francesco Rutelli: l’impressione, infatti, è quello di un mercato Zalone-dipendente, fatto già evidente negli anni scorsi ma che nel 2016 comincia a manifestare i rischi di crisi da astinenza. Il box office cinematografico italiano nel 2016 cresce infatti del 6% in biglietti (in tutto 105.385.195) e del 3,86% in incassi (661.844.025 di euro) grazie soprattutto a Quo Vado?, il film campione d'incassi che ha totalizzato oltre 9.300.000 presenze in sala e oltre 65,3 milioni di euro (un decimo dell’incasso totale dell’anno), uscito il 1 gennaio 2016. L’assenza di Zalone tra le locandine del Natale scorso ha fatto sì che dal 16 dicembre 2016 al 6 gennaio 2017 si è registrato un crollo del 35,71% delle presenze e -38,06% degli incassi, a fronte di un affollamento di film senza precedenti, con ben 29 nuovi titoli – una politica distributiva quanto meno poco lungimirante.


"Il bilancio è positivo ma non dobbiamo nasconderci che ci sono dei problemi da risolvere, primo fra tutti la stagionalità: vogliamo che il cinema viva 12 mesi all'anno e su questo abbiamo creato un apposito gruppo di lavoro. Il problema è industriale e occorre dare una risposta industriale", ha detto Rutelli presentando i dati e commentandoli insieme ai presidenti Anec, Luigi Cuciniello, Anem, Carlo Bernaschi, Sezione Distributori Anica, Andrea Occhipinti, Sezione Produttori Anica, Francesca Cima, all'amministratore delegato di Cinetel, Richard Borg, e al direttore generale Cinema del MiBact, Nicola Borrelli.

In aumento la quota di mercato del cinema italiano che in termini di presenze nel 2016 sale al 28,71% contro il 21,35% del 2015, grazie anche a Perfetti sconosciuti, che si piazza al secondo posto della top 10 del box office con oltre 2.700.000 presenze e oltre 17,3 milioni di euro. In calo la quota di mercato del cinema statunitense, passata dal 60,01% del 2015 al 55,19% del 2016. Cresce invece il numero di film distribuiti che nel 2016 sono stati 554, a fronte dei 480 del 2015. Anche questi, però, sono dati contraddittorio: dei 554 film distribuiti nel 2016 "208 sono titoli italiani. Ma solo 3 – ha rilevato Borrelli - si piazzano tra i primi venti incassi. Molte di queste uscite sono ‘tecniche’, avvengono cioè solo per poter ottenere dei finanziamenti". E infatti "molti non raggiungono nemmeno le mille presenze in sala", gli ha fatto eco Cima. "Su questo fenomeno però la nuova legge e i decreti attuativi in arrivo dovrebbero porre un certo freno", ha aggiunto Borelli: "L'ambizione della nuova legge di sistema sul cinema è di non accontentarsi del +6%, che comunque è il risultato peggiore tra i Paesi europei".


Quanto all'iniziativa lanciata nel settembre scorso di una giornata mensile in cui si va al cinema a 2 euro, il bilancio di tutti gli attori del mercato è stato cauto: "I segnali sono ampiamente positivi - ha affermato Borrelli - ma il bilancio lo faremo alla fine. Qualcosa va fatto per riavvicinare gli italiani al cinema e questo è stato un primo tentativo". "I 2 euro sono un esperimento che valuteremo a febbraio -ha concordato Rutelli - quando si concluderà. Ci sono dati positivi, come il fatto che gruppi di ragazzi vanno al cinema tutti insieme, e aspetti più critici. Come Anica abbiamo commissionato una ricerca su questo esperimento ma un'altra ancora più importante viene effettuata sugli italiani che non vanno al cinema. Vogliamo capirne le ragioni e cercare di riportarli nelle sale", ha detto Rutelli.

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