martedì 17 novembre 2020
Nel video del suo disco d'esordio «L'ultimo dei mei cani» l'artista anonimo ha scelto di farsi rappresentare da un anziano in difficoltà di Bergamo, purtroppo ucciso dal virus
Il cantautore Golpe: «Il mio omaggio a Efrem, vittima silenziosa del Covid»

Un vagabondo dal largo sorriso, abbigliato come un rapper, vaga nella notte tra le luci di un luna park, e canta un brano indie dal sapore anni 80 sul senso dell’esistenza. Quell’anziano originale si chiamava Efrem, era uno di quei personaggi che a Bergamo conoscevano tutti ed è stato una delle tante vittime silenziose del Covid. Per questo oggi ha ancora più senso la scelta del cantautore Golpe che, volendo restare nell’anonimato, aveva affidato al suo alter ego Efrem di rappresentarlo nel suo brano d’esordio L’ultimo dei miei cani (Sony Music), disponibile sulle principali piattaforme digitali.

«Il signore che vedete passeggiare per il luna park armato soltanto del suo bastone si chiama Efrem. Una vita al di sopra degli schemi, le donne, la motocross (regolarità), i film in bianco e nero e il mito della libertà. Poi i problemi di salute, la solitudine – ci spiega Golpe, di cui sappiamo solo che è un produttore bergamasco e che è appena diventato papà -. Nei suoi occhi c’era tutto questo, tra le rughe del suo viso si poteva leggere la sua storia. Ci siamo conosciuti perché era il vicino di casa di un amico che nell’ultimo periodo faceva del suo meglio per prendersene cura. Aveva difficoltà a camminare e faticava ad uscire di casa. Così quando poteva lo accompagnava a prendere le sigarette e a pagare le bollette. Quando gli abbiamo chiesto di girare questo video è stato da subito entusiasta. Lo abbiamo ripreso mentre imitava Fred Astaire sotto la neve e lo abbiamo visto sorridere con irriverenza di fronte alla telecamera mostrando la lingua. Efrem ora non c’è più, ed è a lui che voglio dedicare questo video».

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