venerdì 2 maggio 2014
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Un esterno, un difensore e un attaccante, certo. La lista dei desideri interisti è ricca, ma in cima non ci sono nuovi campioni: «Prenderemo altri nuovi dirigenti, perché per raggiungere un alto livello ci vuole un management importante. Penso a un direttore marketing e a una persona che si occupi di sponsorship...». Oggi le formazioni si fanno così, e se è lecito restare un po’ perplessi, non è il caso di scandalizzarsi troppo.Erick Thohir anticipa sommariamente gli obiettivi di mercato dell’Inter ma, più che colpi clamorosi, d’attualità in casa nerazzurra c’è il risanamento finanziario del club. Un piano quinquennale e una nuova società dove far confluire gli introiti dalle tv e dagli sponsor, sono le novità varate ieri a Milano dall’assemblea dei soci, che per la prima volta è andata in scena in un grande hotel a due passi della Stazione Centrale e non è stata animata dalla dialettica fra gli azionisti e il presidente, che a Massimo Moratti spesso chiedevano campioni o commenti su Juventus e arbitri, e invece hanno ascoltato in silenzio la svolta del magnate indonesiano.La nuova società, chiamata provvisoriamente MediaCo, farà da garanzia per le banche che dovrebbero aprire una linea di credito al club. Agli istituti, ha spiegato Thohir, «il business plan è piaciuto, credono nel progetto e lo ritengono sufficientemente prudente. Abbiamo tre pilastri: aumentare i ricavi, disciplina a livello finanziario e presenza globale».L’Inter non è in cerca di nuovi soci, ha chiarito il magnate indonesiano, e ora sta ai suoi dirigenti incrementare le entrate, ben distanti dai 200 milioni di euro e quindi dai livelli dei primi dieci club europei. Il fatturato commerciale del club nerazzurro, secondo Thohir, è sottosviluppato con i suoi 40 milioni annui: la metà di quello del Milan (78) e un terzo in meno di quello della Juventus (60).L’idea quindi è di puntare su biglietteria, marketing e sponsorizzazioni internazionali (si guarda ai mercati di Cina, Usa, Sudamerica, Medio oriente, Sud est asiatico, Giappone e Australia), mentre a quelle europee penserà Infront, colosso dello sport marketing – che oltre ad essere l’advisor della Lega per i diritti tv, già cura gli interessi privati di 8 club di Serie A – con cui l’Inter ha appena chiuso un accordo per ricavi minimi di 80 milioni di euro in quattro anni.Serve anche stabilità, e Walter Mazzarri ha incassato l’ennesima conferma da Thohir, secondo cui «cambiare molti allenatori non è positivo, anche perché comporta cambiare tanti giocatori». Quelli in arrivo hanno un ruolo, non solo per il rendimento in campo, e infatti Thohir ha ribadito che Vidic «è stato voluto dall’allenatore ma sarà anche uno strumento di marketing, visto che è molto popolare in Asia, dove l’Inter ha oltre 120 milioni di tifosi». Come Hernanes, che è stato preso anche «perchè importante per il mercato brasiliano. Noi - ha continuato Thoir - prendiamo decisioni a livello collettivo, parliamo con i nostri più importanti sponsor come Nike e Pirelli e capiamo le loro necessità. Non sono io a comprare i giocatori, è l’Inter che li compra».Secondo l’azionista di maggioranza nerazzurro, «lo spirito battagliero ora è più importante che avere grandi nomi, e servono anche le riserve per giocare in tre competizioni e avere una squadra equilibrata». In parallelo «serve anche un management forte» e il primo rinforzo su questo fronte sarà Javier Zanetti, che a 41 anni si prepara alle ultime tre partite della sua carriera. «Il capitano studierà inglese e management», ha annunciato Thohir, «ma prima deve concentrarsi sulla volata per l’Europa League». Non è escluso anche l’addio di un altro reduce del Triplete, Diego Milito. E ricordando l’euforia dei successi del 2010 smorzata dall’addio di José Mourinho, Moratti ha un po’ di nostalgia. «Organizzeremo una partita per loro, a ottobre o comunque al momento giusto. Al tempo non avevamo festeggiato abbastanza», ha notato il presidente onorario dell’Inter, che domenica si attende «un derby bellissimo». E magari qualche gol, perche senza quelli nel calcio comunque non si va lontano.
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