giovedì 6 giugno 2019
Parla l'atleta che a neanche 21 anni è l’italiano più veloce di sempre e al Golden Gala di Roma proverà a stupire ancora nei 200 metri: «Pensare che sia stata la gara di Mennea mi dà grande carica»
I sogni del giovane Tortu corrono veloci
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La gara più importante dell’indimenticabile Pietro Mennea, nello stadio più importante d’Italia, con l’atleta italiano più in luce del momento. È questo e tanto altro quello che si appresta a vivere il sardo di sangue, ma brianzolo di nascita, Filippo Tortu. Colpo di pistola alle 21.25, una curva da fare senza scomporsi ed un infinito rettilineo dove scatenare i cavalli con un paio di obiettivi ben scolpiti nella mente: migliorare il 20'34 di due anni fa ormai e scendere sotto i 20' dimostrando che “Pippo” Tortu può fare grandi cose anche sui 200. Già perché sui 100 metri Tortu, neanche 21 anni e studente di economia, è già una certezza avendo superato il mito barlettano nel giugno 2018 a Madrid diventando con 9'99 il nuovo primatista italiano e primo sotto il muro dei 10 secondi. Il bis è arrivato pochi giorni fa a Rieti dove ha dato fuoco alle polveri esaltando se stesso ed il pubblico con un 9'97 ventoso. Crono non omologabile, il vento alle spalle di 2,4 metri al secondo era superiore al consentito per ratificare il primato.

Se fino a qualche anno fa chi andava all’Olimpico per il Golden Gala lo faceva per godere dello sprint di Usain Bolt spesso protagonista sulla pista romana, questa sera gli occhi saranno tutti o quasi per Tortu. Insieme a lui vi saranno anche altri 13 azzurri, uno di questi è Gianmarco Tamberi, altro uomo capace di infiammare le folle. L’italiano più veloce di sempre e l’uomo che salta più in alto, “Pippo” e “Halfshave”, l’atletica azzurra vista da questa angolazione non sembra poi stare così male. La volata di Tortu sui 200 metri non sarà affatto facile, dovrà tentare di stare al passo di Noah Lyles, coetaneo statunitense che lo batté ai mondiali under 20 tre anni fa dove Tortu agguantò l’argento mondiale con 10'24. Lyles è già un pezzo grosso dell’atletica mondiale con il suo 19'65 di primato personale e l’essere sceso già quattro volte sotto i 19'70, roba che solo fulmine Bolt c’è riuscito in carriera. Tra le corsie dell’Olimpico anche l’altro americano Michael Norman capace di correre in 19'85 e niente meno che il turco Ramil Guliyev, 19'76 e oro mondiale ed europeo. Sulla carta è la gara da 200 metri più importante mai allestita in Italia, l’attacco è al record su suolo italiano, il 19'82 di Carl Lewis ai 2050 metri del Sestriere ha ormai superato i trent’anni di vita. «Non vedo l’ora di capire come posso esprimermi e quanto posso arrivare vicino - le parole di Tortu quando ha annunciato la sua presenza - Lyles è il più forte atleta al mondo, Norman è strepitoso, Guliyev è l’oro mondiale. Dovrò correre veloce in un Olimpico che sicuramente sarà scatenato. Ho vissuto il calore e il boato del pubblico quando sono andato sui blocchi negli ultimi due anni. Lo vorrei stracolmo e carico anche stavolta. Questo stadio fantastico mi ha sempre esaltato».

Un 200 metri così non si è mai visto. Quali emozioni per la gara proprio di Mennea di questa sera?

Gareggiare all’Olimpico, davanti al pubblico italiano, è sempre la più grande emozione dell’anno, indipendentemente dalla gara. Quest’anno potermi misurare nella “sua” gara mi trasmette una carica particolare».

Ha mai conosciuto il grande Pietro?

Ricordo di averlo conosciuto in Sardegna, al campo di atletica di Olbia. Ero piccolo, ma già mi rendevo conto del grande atleta che avevo davanti. Lo si capiva da come gli altri lo ascoltavano. Una persona cui era naturale ispirarsi.

L’anno scorso coach papà Salvino le faceva fare allenamenti diversi dai classici dei velocisti

Non spetta a me parlare della programmazione, ma il solo titolato è il coach, non vorrei rivelare i “segreti del mestiere”. Posso dire però che gli allenamenti sono stati pensati per permettere al mio corpo di completare il suo sviluppo biologico.

Vive e si allena a Giussano, in Brianza a nord di Milano. Qual è la sua giornata tipo?

Sveglia alle 9, colazione con spremuta, caffè e fette di pane con marmellata. L’allenamento è attorno alle ore 12 per sfruttare il momento più caldo della giornata, anche se ora con l’estate cambieremo orario. In media mi alleno per un paio d’ore, nel pomeriggio vado dal fisioterapista. In settimana la cena è in famiglia dove si parla e si sta insieme e ci si racconta come è andata la giornata. Nel fine settimana esco sempre con il mio gruppo di amici del liceo, ma senza mai esagerare con gli orari. Una vita tranquilla insomma…

Mentre in raduno…allenamenti e qualche hobbies particolare?

In raduno si sta sempre tutti insieme, è fondamentale la sintonia nel gruppo. Nei momenti in cui riposo invece vivo di musica. Ultimamente ho iniziato una collezione di maglie da calcio del passato, ne vado matto.

Tra Rieti e Yokohama sembra già in grande forma. Merito anche del raduno invernale con altri grandi velocisti…

L’esperienza di Tenerife mi è servita molto, una novità di grande aiuto. Ti confronti continuamente per giorni e giorni con velocisti così forti che ti spingono a migliorare persino nello stretching.

Per crescere ulteriormente potrebbe servire un’esperienza all’estero, magari coi velocisti Usa?

Eventuali esperienze future saranno sempre fatte insieme al mio allenatore. Dagli altri si impara sempre, ci mancherebbe, ma se posso permettermi, non dobbiamo sempre pensare che gli altri siano più bravi di noi. L’atletica italiana sta dando ottimi risultati anche in campo internazionale. Forse, in futuro, saranno gli stranieri che verranno a imparare da noi.

Qual è il suo punto di forza?

Sono convinto che il vero punto di forza di ogni atleta è la mente. Influisce praticamente su qualsiasi cosa. Credo che il mio surplus sia affrontare le sfide con determinazione, ma anche con grande serenità.

Tra i punti deboli?

Sono molto testardo, può essere sia una qualità, sia un difetto.

Lei e Gianmarco Tamberi siete gli uomini immagine dell’atletica italiana. Sente pressione e responsabilità?

Più che pressione, sento molta responsabilità. È importante dare sempre il massimo in ogni gara e in ogni allenamento, soprattutto quando si indossa la maglia azzurra.

Quale piste del mondo vedranno Tortu protagonista dopo il Golden Gala?

Per ora la testa è rivolta solo a Roma per stasera. In base a come andrà la gara io e mio padre decideremo dove correre.


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