venerdì 13 maggio 2016
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inea retta, interrotta, continua, pensata come misura matematica o immaginata come ciò che rimane di un gesto molto personale. Linea piegata a essere scrittura e calligrafia composta o scrittura che diventa graffito e torna a essere un segno muto… Si gioca su questi percorsi la seconda edizione della 'Biennale Disegno di Rimini' e dunque è dispersivo e forse inutile cercare di darsi un metodo razionale per visitarla. Le mostre ufficiali sono ventisette, spalmate nei luoghi pubblici e privati disponibili, per oltre duemila opere. C’è poi il circuito Open con altre decine di esposizioni che si dispiegano, oltre che nei luoghi più inconsueti, anche nei paesi e città vicine. Ecco perché conviene lasciarsi andare e seguire la linea immaginaria di un disegno il cui tracciato si scopre per inciampi e sorprese. Da qualche parte, comunque, occorre iniziare e allora partiamo dalla mostra Profili del mondo. Il racconto naturale e l’umano paesaggio (catalogo Nfc) che fornisce anche il titolo dell’intera manifestazione. Allestita nelle sedi del 'Museo della città e del far', la mostra presenta oltre 150 disegni che, attraverso secoli, tecniche e poetiche, confeziona una geografia dell’immaginario incentrata sull’evoluzione della rappresentazione umana e del rapporto tra uomo e natura. Ne scaturisce un intrigante percorso (anche per i numerosi inediti) che unisce classico e contemporaneo in cui sono fianco a fianco la languida Testa di Cristo coronata di spine di Guido Reni all’irriverente Virgin Mary di Kiki Smith o il Nudo virile di spalle sdraiato sul fianco destro di un giovane Guercino con il sorprendente Ritratto di Emilio Mazzoli di Gino De Dominicis, oppure la dolce Testa di Bambino di Simone Cantarini con gli Appunti di viaggio di Luca Vitone. Una bella circostanza per riflettere sui confini tutt’altro che rigidi che si pongono tra un segno che, da espressione corporea, si fa disegno e poi simbolo tanto codificato da diventare linguaggio verbale o si riconverte in mera decorazione, è rappresentata dalle svariate declinazioni linguistiche che si ritrovano nel 'Cantiere Disegno' ospitato nell’Ala Nuova del Museo della Città. Qui è privilegiata la creatività contemporanea e allora ecco che oltre 40 artisti (si va da Vittorio D’Augusta a Laurina Peperina, da Luca Coser a EL ricailcane, da Davide Rivalta a Andrea Chiesi) autogestiscono gli spazi messi a loro disposizione con opere in gran parte realizzate per l’occasione. E dal Museo della Città inizia il pellegrinaggio attraverso le numerose stazioni ( Teatro Galli, Castel Sismondo, Palazzo Gambalunga, Complesso degli Agostiniani…) in cui si snoda il percorso espositivo di questa Biennale che, secondo quanto affermato dall’Assessore alla cultura del Comune di Rimini, Massimo Pulini «nasce dalla consapevolezza di voler colmare una lacuna sul territorio nazionale in quanto la pratica del disegno, forma d’arte trasversale ed essenziale, mancava di una precisa riflessione critica». © RIPRODUZIONE RISERVATA Rimini, sedi varie BIENNALE DISEGNO Fino al 10 luglio Gaetano-Gandolfi, “Coppia-di-bambini”
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