martedì 21 aprile 2020
L’attrice e cantante italogiapponese esce con l’VIII disco: "Non sarà la tecnologia o il denaro a salvarci, ma un nuovo umanesimo valoriale". L'ammirazione per il Papa
La cantante e attrice Hong-hu Ada

La cantante e attrice Hong-hu Ada - Joseph Cardo

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Non è facile cantare e incidere dischi ai tempi del Coronavirus. Ma Hong-hu Ada, artista italo-giapponese multitasking - ha all’attivo anche ruoli in una ventina di film, tra i quali 007 Spectre e L’era glaciale 4 e 5 (voce della tigre Shira e colonna sonora), oltre a otto album da cantautrice – ha deciso di aprire la sua – «porta dei desideri» per lanciare un messaggio semplice e importante allo stesso tempo. «Credo che il periodo che stiamo vivendo ci deve spingere a cercare un nuovo equilibrio con noi stessi, con Dio, con la natura. In questi giorni penso spesso al diluvio universale. Forse un’analogia con la pandemia mondiale c’è. Ma in attesa che arrivi l’arca di Noè (ad esempio il vaccino tanto atteso), dobbiamo fare la nostra parte, riscoprendo i valori veri, che avevamo un po’ perduto».

La porta dei desideri è infatti il titolo del nuovo disco, l’ottavo appunto, di Hong-hu Ada, già nelle radio. Un british pop, in versione acustica che si richiama alla tradizione musicale inglese, ma con uno sguardo anche alle sonorità celtiche dell’Islanda e alla musicalità dell’Oriente. Ma l’artista, nata a Miami, da madre italiana e padre giapponese tiene a sottolineare anche il testo. «Tutti abbiamo una porta dei desideri – spiega – . Dobbiamo trovare la forza di aprirla, vincendo la paura, per reagire e andare avanti. Il Covid-19 è sicuramente un grande male, ma può diventare un’opportunità, se ci riporterà a mettere al primo posto i sentimenti, le amicizie, la solidarietà, l’aiuto verso i bisognosi». Il messaggio del brano, dunque, la cantautrice lo riassume così: «Non è la tecnologia o il potere del denaro che ci salverà. Ma un nuovo umanesimo intessuto di valori e, come dice il Papa, portatore di pace ». Hong-hu, infatti, nonostante le sue radici culturali multietniche, non ha problemi a dichiarare la sua fede: «Sono cattolica praticante, ho cantato per papa Francesco, di cui apprezzo tantissimo l’insegnamento, e ho partecipato alle Gmg». Il 27 marzo, come milioni di persone, era davanti alla tivù a seguire la preghiera del Pontefice in piazza San Pietro. «Quel momento – confessa – mi ha commosso fino alle lacrime. Ho riascoltato nelle parole del Papa la preghiera semplice e potente di un san Francesco dei giorni nostri. E penso che anche noi dovremmo imparare a pregare così». Intanto, aggiunge, è fondamentale che ognuno dia il suo contributo, affinché l’emergenza passi al più presto. «Noi artisti – sottolinea – possiamo farlo anche scaldando i cuori. L’arte ha da sempre questo potere, tanto più adesso che il cuore di molti sanguina per il dolore della sofferenza fisica, per le difficoltà economiche o per la perdita di una persona cara. Anche con il mio brano vorrei riportare chi ascolta su un altro canale di comunicazione che è quello della dolcezza. Mi piacerebbe avesse l’effetto di un balsamo sulle ferite».

Lo sguardo dell’attrice e cantante italogiapponese non si ferma comunque qui. «Oltre la porta dei miei personali desideri – rivela – c’è il sogno di un film su Maria Maddalena, una figura di donna che mi attrae molto e che mi piacerebbe interpretare». E per la musica? «Spero in una collaborazione internazionale con un grande artista inglese. Con il ricavato da devolvere magari in beneficienza. Questa crisi sta riducendo in povertà tante persone. C’è bisogno di dare una mano».

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