sabato 3 settembre 2016
​Dopo l'accordo con Eccleston torna a galla la rivalità con Imola. E poi ci sono gli straschi dell'incidente che ha coinvolto le Ferrari, il duello tra i piloti Mercedes, le regole ballerine di questo sport (Paolo Ciccarone)
A Monza il Gran premio dei veleni
COMMENTA E CONDIVIDI
E’ una Monza al veleno quella che va in scena oggi all’autodromo nazionale. E’ un veleno metaforico che coinvolge la struttura, i piloti e le regole assurde che reggono questo mondo. Venerdì c’è stato l’annuncio dell’accordo per il rinnovo del contratto triennale per mantenere la corsa sul tracciato lombardo e puntualmente, in serata, è arrivato il veleno da Imola con una presa di posizione che lascia poco spazio alla fantasia. Il duello fra i due autodromi per mantenere o far tornare la F.1 in pista è una questione tutta italiana e come tale, dall’estero, si comprende poco il da farsi. Al punto che lo stesso Ecclestone si è lasciato sfuggire: “Spero proprio sia finita, non accetto un’altra puntata di questa storia”. Monza ha lavorato dietro le quinte per costruire un rinnovo che la storia, la tradizione e gli stessi piloti vogliono che continui su questo tracciato. Ma ormai ci sono di mezzo gli uomini e le loro visioni contrastanti, per cui Imola ha avvelenato la festa di Monza e quando sembrava tutto finito c’è ancora il dubbio su come andrà a finire. “E’ ACI l’autorità sportiva nazionale che assegna la corsa – ha detto il presidente Angelo Sticchi Damiani – e l’accordo raggiunto mettendo insieme il territorio, come Regione Lombardia, il governo e gli enti locali dimostra quanto sia stata difficile la trattativa e il GP d’Italia è e sarà Monza. Punto”. Parole chiare e nette che non lasciano dubbi ma solo l’amaro in bocca per una vicenda che poteva essere gestita in maniera diversa se qualcuno non si fosse messo di mezzo, legittimamente se si tratta di affari, complicando il tutto. E questo fa presagire che a Monza, in un modo o nell’altro, qualcosa cambierà negli uomini al vertice della Sias, la società che gestisce l’impianto dal 1922 per garantire quel pluralismo nato dall’ingresso di Aci e Regione Lombardia nella struttura. Ma è una Monza al veleno anche per gli strascichi in pista di una settimana fa, quando Max Verstappen è stato protagonista di alcuni episodi al limite, da una partenza in cui le due Ferrari si sono toccate, al duello con Raikkonen finito con la Ferrari per prati. “ci siamo parlati – ha detto Verstappen – e la mia conclusione è stata che siamo piloti professionisti, corriamo al limite per fare del nostro meglio e una volta finita una corsa bisogna guardare al futuro, a quella dopo senza perdere tempo in cose inutili”. Le cose “inutili” come le definisce Verstappen sono come comportarsi in fase di duello. Lo spiega Tom Kristensen, 9 volte vincitore della 24 ore di Le Mans, un vero mito delle quattro ruote: “Abbiamo ribadito durante la riunione coi piloti che se freni e ti sposti, lo puoi fare, quello che non puoi fare e spostarti dopo che l’avversario ha già impostato la traiettoria, in pratica quello che ha fatto Verstappen a Raikkonen in Belgio era al limite perché lo spostamento è avvenuto quasi in simultanea. La lotta dura ci sta, non si deve essere scorretti e per quanto possa sembrare strano, in Belgio Verstappen non ha infranto nessuna regola, per cui Vettel Raikkonen e gli altri che si sono lamentati non hanno trovato appigli legali e abbiamo anche ribadito che i falli di reazione, tipo replicare con scorrettezze a fatti precedenti, non verrà tollerato”. I veleni di Monza, quindi, passano anche dai duelli fra piloti, ma come mai quando Vettel e Alonso si buttarono fuori al curvone un anno dopo l’altro, non ci furono reazioni dei giudici? “Per quanto possa sembrare strano a uno spettatore, il curvone non è considerata una curva. Mi spiego, si va in pieno in accelerazione e nelle corse i tratti percorsi in quel modo non sono considerati curve ma rettilinei, per cui chi è davanti può spostarsi di traiettoria sta poi a chi segue o sta a fianco capire se meglio mettere due ruote nell’erba a 320 all’ora oppure accodarsi e riprendendo il discorso del Belgio, quando Verstappen all’Eau Rouge ha tagliato, non ha commesso irregolarità perché era un tratto rettilineo e non doppia curva come pensa la gente”. Quindi con la F.1 le curve non sono tali se si fanno in pieno, vallo a spiegare a chi davanti alla televisione ha una idea diversa… E’ una F.1 al veleno anche per questo, norme poco chiare e che cambiano di interpretazione di volta in volta, perché non avere commissari unici per tutto il mondiale? “Sarebbe bello, ma non so quanta gente vorrebbe farlo. Io sono un appassionato e mi piace ogni tanto essere in pista con una responsabilità grande quando si tratta di decidere, ma se fosse un ruolo professionale sempre con gli stessi, poi potrebbero nascere altri problemi…”. E nella Monza dei veleni non potevano mancare quelli della rivalità fra Rosberg ed Hamilton, ancora in prima fila, con le due Ferrari di Vettel e Raikkonen dietro. I primi due non si sopportano più ma devono coesistere senza far danni, gli altri della rossa scontano una stagione partita con presunzione, come ha ammesso il numero 1 Sergio Marchionne: “Siamo partiti convinti di avere una buona macchina invece gli altri hanno lavorato meglio, serviva uno scossone e lo abbiamo dato (si riferisce all’allontanamento di James Allison il tecnico) ora lavoriamo al meglio per finire la stagione, dal punto di vista motoristico siamo a posto, dobbiamo migliorare l’aerodinamica, Binotto è la persona giusta per motivare i giovani tecnici che abbiamo in casa”.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: