sabato 7 giugno 2014
Le Mercedes ancora davanti a tutti nelle prime prove in vista del Gp di domani sera. Decisiva la verifica delle modifiche apportate alle Rosse per il loro futuro nel Mondiale
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Quella di Montreal è la pista storica per eccellenza per Lewis Hamilton, quindi non deve stupire se ancora una volta ieri ha concluso davanti a tutti le prove in vistav del GP di domenica sera, rifilando 175 millesimi al compagno Rosberg. Su un tracciato dove velocità e frenata la fanno da padrone, non poteva essere diversamente e dopo la prima giornata di prove stupisce Vettel che con una Red Bull più lenta e meno potente riesce a mettersi al terzo posto della classifica giusto davanti al duo della Ferrari Raikkonen e Alonso che si sono difesi bene, tanto che lo spagnolo era stato il più veloce al mattino.

Quanto valgano le modifiche portate alla Ferrari lo si scoprirà in qualifica e in gara, di certo serve al morale vedere che si fanno dei passi in avanti, anche se insufficienti per battere le Mercedes. E allora, in attesa che la corsa dica qualcosa di più nel duello alla tedesca di casa Mercedes, tanto vale andare dietro le quinte perché avere la miglior macchina in pista, la Red Bull, col motore meno potente, ha fatto infuriare gli inglesi con capitali austriaci. Da tempo, infatti, circola la voce nel paddock che Red Bull avrebbe chiesto i danni a Renault per gli scarsi risultati ottenuti finora. E si è pure rafforzata la voce che avrebbe chiesto i motori a Mercedes, beccandosi il rifiuto del numero 1 tedesco, Dieter Zetsche, che ha risposto no senza mezzi termini. Sarà solo per mettere pressione a Renault oppure hanno in mano qualcosa per farlo davvero? Infatti, Chris Horner ha fatto subito retromarcia: dal 2015 non succederà nulla, per l’anno dopo chissà. Il rischio di restare senza motore il prossimo anno, la rabbia Renault perché può capitare di sbagliare qualcosa senza farsi mettere sotto accusa come ha fatto la Red Bull, avrebbero consigliato tutti a stare più calmi e riflessivi.

Purtroppo, su una delle poche piste dove il motore fa la differenza, beccarsi mezzo secondo dalla Mercedes vuol dire che la Red Bull è meglio dei rivali, ma paga pegno per i motori. E su questo non c’è dubbio. Montreal però è una pista dove conta la frenata e l’aerodinamica. Su questi due punti ci si gioca la gara. Ci sono infatti sei frenate brusche da 6 G di decelerazione, vuol dire che il peso del pilota e della macchina aumenta fino a 6 volte, la pressione sul pedale è di 120 kg (e i piloti frenano col piede sinistro…) il calore generato dai freni consente di recuperare energia fino a 120 Kw al giro, ovvero con sei frenate di F.1 in un giro, potrebbe funzionare per oltre 3 ore il frigorifero di casa, la lavatrice o il forno. Mettere insieme le componenti elettroniche e meccaniche per far funzionare tutto è il segreto di un’ottima prestazione la quale, però, senza aerodinamica viene sprecata. Su questa pista le velocità massime sono elevate, le più alte per un circuito cittadino, e senza aerodinamica che schiaccia la macchina a terra diventa difficile frenare così duramente.

Ecco perché Montreal per la Ferrari rappresentava un punto di svolta, avere una macchina più veloce e stabile in frenata significa potersela giocare nelle altre corse del mondiale. Il primo verdetto, intanto, ha detto ancora una volta Mercedes, con Hamilton che ha già vinto su questa pista e da quello che si è visto ha tutta intenzione di farlo ancora. 

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