lunedì 16 marzo 2015
Primo posto per l'inglese campione del mondo, poi Rosberg. Sul podio la Ferrari, ma a 34 secondi dal leader. Poi Massa con la Williams. Raikkonen costretto al ritiro per una gomma avvitata male.
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Un buon punto di partenza, così il responsabile della Ferrari, Maurizio Arrivabene, ha commentato il terzo posto di Vettel dietro alle due Mercedes di Hamilton e Rosberg nella prima gara di campionato. La Ferrari c’è, almeno rispetto all’anno scorso. Manca ancora qualcosa per lottare per la vittoria e questo ha portato il numero 1 della gestione sportiva  a fare un primo bilancio: “Dobbiamo cambiare mentalità, essere più aggressivi, intanto il podio fa bene alla squadra che merita di vedere delle soddisfazioni, ma non siamo in pista per arrivare dietro!” E via con  la prossima corsa, Malesia 29 marzo, con la certezza che sarà diversa rispetto all’Australia: “Mancava la seconda Williams, quindi non abbiamo avuto un riferimento più preciso rispetto a Massa, altri erano in difficoltà, ma l’obiettivo rimane sempre la Mercedes”. E qui si apre un altro capitolo importante: il regolamento impedisce di cambiare in corsa tante cose sulle monoposto, per cui il miglioramento della Ferrari rispetto all’anno scorso è evidente, ma se deve mettere in campo qualcos’altro durante la stagione, intervengono le norme che bloccano sviluppi e gettoni di adeguamento del motore. E’ un controsenso che ha solo la F.1, l’unico sport dove le regole le fanno i partecipanti e la federazione deve ratificarle, salvo poi scoprire che queste regole non piacciono a tutti ma non si possono cambiare perché manca l’unanimità. E con una Mercedes che ha un vantaggio enorme, non accetterà mai di discutere al ribasso le norme. E quindi bisognerà sperare che Hamilton non sia sempre a palla come a Melbourne, che Rosberg sia più incisivo invece che accomodante come accaduto domenica e che la pioggia o qualche errore clamoroso dei tedeschi, consenta alla Ferrari di vincere qualcosa. Ipotesi, speranze e illazioni dopo appena una corsa. E con un mondiale che finisce il 29 novembre ad Abu Dhabi, doversi sorbire la solita tiritera dopo gara con gli stessi davanti e gli altri a inseguire, significherà la fine della F.1. Per questo Ecclestone sta stringendo i denti per rinnovare gli accordi con gli altri GP. Se lo spettacolo resta questo, le TV non saranno disposte a pagare tanti soldi come in passato, potranno farlo solo gli organizzatori delle gare, che investono il 33 per cento del montepremi totale delle squadre (su un totale di 1,4 miliardi di euro incassati) e per questo gare come la Germania sono a rischio e la stessa Monza trema. Il Qatar ha offerto 45 milioni di euro a gara per la F.1, Baku altrettanto con tutta la repubblica Azera, figurarsi se Ecclestone, a fronte di 90 milioni offerti da due nazioni si perde per 36 che non riescono a mettere insieme Italia e Germania. Per far cambiare qualcosa, occorre che la Ferrari dia quel colpo di reni. Per ora è partita bene, ma le Mercedes son sempre là davanti a guastare il giochino.

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