giovedì 28 novembre 2013
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Cosa fareste se vi dicessero che col vostro comportamento potete salvare 76 milioni di posti di lavoro in tutta Europa? Probabilmente rispondereste: lo faccio subito, ditemi come. Ma se per farlo vi chiedessero di rinunciare a scaricare musica, film o videogiochi gratis, convincendo amici, figli e amici dei figli a farlo, accettereste ancora con entusiasmo? Attenti a come rispondete. Il 96% degli europei «ama» il copyright ma non lo rispettaSecondo la ricerca Cittadini europei e proprietà intellettuale: percezione, consapevolezza e comportamento, un conto è ciò che sosteniamo e un altro quello che facciamo. Come nell’antico adagio, anche stavolta tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. In Europa, a parole, siamo quasi tutti d’accordo (96%) sul fatto che la proprietà intellettuale «è importante perché sostiene l’innovazione e la creatività, ricompensando gli inventori, i creatori e gli artisti per il loro lavoro» ma alla prova dei fatti le cose cambiano. E non poco. «Il 34% degli europei ritiene che l’acquisto di merci contraffatte possa apparire giustificato dal risparmio finanziario che ne deriva. Il 38% afferma che l’acquisto di merci contraffatte possa essere giustificato come un atto di protesta contro un’economia guidata dal mercato. Il 22% ritiene che il download da Internet sia accettabile quando non vi siano altre alternative legali e il 42% lo ritiene accettabile per uso personale». Altro paradosso. Sebbene solo un decimo dei cittadini europei ammetta apertamente di aver commesso violazioni della proprietà intellettuale nel corso degli ultimi 12 mesi, più di un terzo tollera tali comportamenti se considerati soggettivamente.I cittadini europei non si sentono responsabili delle violazioniI dati emergono dalla prima ricerca del genere. Commissionata dall’Ufficio per l’Armonizzazione nel Mercato Interno (UAMI), tramite l’Osservatorio europeo sulle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale, ha coinvolto 26 500 persone di età pari e superiore a 15 anni. Questa discrepanza tra ciò che sosteniamo e ciò che facciamo – si legge nel rapporto – «potrebbe derivare in parte dalla mancata comprensione del valore della proprietà intellettuale e dal fatto che secondo un’ampia maggioranza dei cittadini europei la tutela della proprietà intellettuale non favorisce principalmente i consumatori e i cittadini come loro, quanto piuttosto le élite economiche e artistiche». Spiega António Campinos, presidente dell’Ufficio per l’Armonizzazione nel Mercato Interno (UAMI): «I cittadini europei non ritengono che proteggere la proprietà intellettuale rientri nelle loro responsabilità, in particolare quando altri non condividono gli stessi valori e non assicurano che le regole vengano rispettate o adattate alle aspettative degli individui».Solo il 9% dei cittadini ammette di avere scaricato contenuti illegaliIl quadro che emerge da questa ricerca non è però totalmente negativo. Per esempio, solo il 9 % dei cittadini dell’UE intervistati riferisce di avere scaricato contenuti illegali, provenienti da Internet, in modo intenzionale nel corso degli ultimi 12 mesi. Il 4 % ha acquistato beni contraffatti in modo intenzionale e il 6 % riferisce di aver acquistato beni contraffatti a causa di un inganno nel corso degli ultimi 12 mesi. Com’era facile prevedere, i giovani scaricano contenuti illegali molto più degli adulti. Tra i 15 e i 24 anni sono il 26%, tra i 25 e i 34 anni il 17%, tra i 35 e i 44 anni il 9%, tra i 45 e i 54 anni il 7%. La percentuale più bassa (2%) è quella di chi ha più di 55 anni. Per quello che riguarda i titoli d’istruzione, banalizzando un po’, si può dire che più i ragazzi sono istruiti e più scaricano contenuti illegali. Si passa dal 3 % dei cittadini europei, che ha concluso gli studi prima del 15° anno di età, al 6 % per chi ha concluso gli studi tra i 16 e i 19 anni, al 10 % per coloro che hanno terminato gli studi dopo i 20 anni, fino al 27 % per i cittadini che stanno ancora studiando. Per il 34% dei cittadini dell’UE intervistati «l’acquisto di prodotti contraffatti consente di effettuare un acquisto intelligente che mette l’acquirente nella condizione di avere gli oggetti desiderati, mantenendo allo stesso tempo il suo potere d’acquisto». Per il 38 % «l’acquisto di prodotti contraffatti è un atto di protesta e un modo di resistere all’economia orientata al mercato e alle grandi marche».I giovani istruiti violano il copyright più degli altriQueste percezioni non sono coerenti tra la popolazione dell’UE. Risultano essere più o meno significative a seconda dell’età, dell’occupazione e del paese di residenza della persona intervistata. «Le due affermazioni (l’acquisto di prodotti contraffatti visto come "un atto di protesta" e/o "un acquisto intelligente") seguono modelli simili: più bassa è l’età, maggiore è il numero dei cittadini dell’UE che concorda con queste affermazioni (il 49 % tra i 15 e i 24 anni, il 44 % tra i 25 e i 34 anni, il 38 % tra i 35 e i 44 anni, il 35 % tra i 45 e i 54 anni, il 34 % tra i 55 e i 64 anni e il 32 % per i cittadini con un’età pari o superiore ai 65 anni). Infine. Anche se la maggioranza dei giovani sa come accedere in modo lecito alle piattaforme che offrono musica, videogiochi, libri, film e giornali, un terzo dei giovani europei ritiene che i contenuti illegali siano di qualità migliore. Non solo. Quasi quattro giovani europei su dieci dichiarano che i contenuti illegali su Internet hanno un grado di varietà più elevato rispetto ai contenuti disponibili legalmente. Respiro di sollievo finale. L’esistenza e la consapevolezza di offerte lecite possono esercitare un’influenza sulle attività di download illegale, in quanto l’80 % dei cittadini europei è d’accordo con l’affermazione secondo cui «ogniqualvolta sia disponibile un’opzione lecita ed economicamente accessibile, preferisco avere contenuti tramite piattaforme autorizzate e non farlo illegalmente».
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