venerdì 26 luglio 2013
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La settima giornata del Giffoni Film Festival si apre con Barbora Bobulova. L’attrice slovacca porta con sè alla kermesse freschezza e spontaneità, ma soprattutto consapevolezza e idee chiare sul suo lavoro. Ha appena finito di girare il secondo film di Rocco Papaleo, «Una piccola impresa meridionale» (nelle sale in autunno), di cui si dice entusiasta e non fa mistero della volontà di lavorare ancora per il regista lucano. Magari in tv, visto che poco dopo confessa la sua passione per il piccolo schermo: «Vengo da una cultura in cui non c’è differenza tra l’attore cinematografico e quello televisivo. In Italia si cerca di catalogare, ma per me l’importante è il pubblico». Mostra carattere la Bobulova, soprattutto quando, imbeccata dai giornalisti, si tratta di parlare di donne e di violenza. Prima un riferimento al lavoro recente: «Ho recitato anche quando ero incinta si fanno i salti mortali per conciliare famiglia e lavoro. Ho girato anche al terzo mese di gravidanza senza che nessuno lo sapesse, altrimenti mi avrebbero sostituito». Poi l’affondo alla politica: «Sono anni che si lanciano appelli contro la violenza sulle donne, ma non mi sembra che sia cambiato un granché. Sono delusa e vorrei che governo e politica facessero qualcosa». E’ un giorno diverso quello di ieri, e al Giffoni come ormai consuetudine c’è anche l’SOS Telefono Azzurro Onlus che lavora dietro le quinte coinvolgendo ogni giorno centinaia dei ragazzi presenti. Alle iniziative poi si aggiungono anche le immagini della Gmg: sugli schermi c’è Papa Francesco e i giovani di Rio si uniscono a quelli di Giffoni Valle piana, una coincidenza, che però affascina Claudio Gubitosi, Direttore Artistico del Festival dedicato ai ragazzi: «Sarebbe meraviglioso - dice- se Papa Francesco potesse essere il prossimo anno qui». (M. M.)
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