sabato 13 maggio 2017
Il vincitore di Sanremo è il superfavorito a Kiev: «Il nuovo disco, “Magellano”, è un viaggio interiore. Fare il giudice a un talent? Per ora no, penso solamente al tour»
Gabbani all'Eurovision: «Ironizzo sulla società e su me stesso»
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«L'antropologo Desmond Morris è diventato il mio primo fan. Sono andato a trovarlo a Oxford, ha fatto addirittura stampare le maglie con lo scimmione. Continuiamo a scriverci via email e stasera farà il tifo per me all'Eurovision Song Contest 2017». È entusiasta, ma cerca di restare con i piedi per terra Francesco Gabbani, trionfatore a Sanremo 2017 con il tormentone Occidentali's Karma oltre 111 milioni di visualizzazioni su YouTube e dato per super favorito (anche se tallonato da Portogallo e Armenia) a quello che una volta si chiamava Eurofestival. Brano che compare anche nel nuovo album del 35enne cantante di Carrara, Magellano (che ieri è uscito anche in Europa) che contiene anche il nuovo tormentone estivo Tra le granite e le granate. Intanto Occidentali's Karma, scritto con Fabrizio Ilacqua, Luca Chiaravalli e il fratello Filippo Gabbani, sarà in gara a Kiev con tanto di scimmione ballerino a fianco e quattro coristi.La scimmia nuda citato da Gabbani. Appuntamento, quindi, oggi in prima serata su Raiuno con l'Eurovision Song Contest 2017, condotto in Italia da Flavio Insinna e Federico Russo.

Gabbani, come è andato l'incontro con Morris?
«Ero a Londra per una tappa preliminare dell'Eurosong e siccome Morris dopo Sanremo mi aveva pubblicamente elogiato ed invitato a casa sua, sono andato a trovarlo. È stato surreale come prendere un caffé con Eraclito. Ho capito ancora di più che la saggezza di una persona è direttamente proporzionale alla sua umiltà».

E lei, che è dato come superfavorito in questa kermesse europea?
«Cerco di non pensarci, che dopo una vittoria sanremese tutta a sorpresa non vorrei rimanerci troppo male se cominciassi a crederci davvero. E comunque io sono molto orgoglioso di rappresentare l'Italia in Europa».

Ma lei va ironizzando proprio sulla perdita dei valori dell'Occidente.
«Spero che venga colto lo spirito ironico della canzone, non vorrei mai fare il guastafeste. La canterò in italiano perché credo sia giusto rappresentare così la nostra musica. Certo, se qualcuno coglierà anche l'aspetto più profondo del brano sarà una bella responsabilità. Io sono profondamente occidentale, nel bene e nel male».

In Occidentali's Karma si sorride di una certa nostra superficialità spirituale. Dinanzi a Dio lei come si pone?
«Sono molto interessato e molto dubbioso. E spaventato: sono molto attratto dalla dimensione spirituale, ma mi spaventa perché è un campo in cui non ho nessun tipo di certezza».

Anche nei brani del suo nuovo album, lei invita a ritrovare una dimensione più vera, a Spogliarsi di tutto.
«Quella canzone l'ho scritta tutta io, parla della mia dimensione intima. Credo che l'unico modo per trovare se stessi sia spogliarsi delle sovrastrutture che ci creiamo, dai bisogni dettati dalle circostanze sociali. Certo non sempre si riesce a farlo e io sono il primo a vivere questa contraddizione. Il mio ideale resta quello di vivere in un rifugio in montagna. Mi sento più montano che mondano».

Lei lavora con un team d'assalto, composto dal paroliere Ilacqua, il produttore Chiaravalli e suo fratello Filippo. Come funziona?
«Io avevo firmato con la casa discografica Bmg come autore per altri, poi è capitato di lavorare con questo gruppo che ha grandissime affinità, soprattutto di valori e umane. Non c'è una tecnica, ma semplicemente la voglia di esprimerci. Soprattutto una grande voglia di condivisione in cui ognuno apporta le sue idee senza sovrastare il talento dell'altro».

Voi giocate molto con le parole come nel brano dell'estate Tra le granite e le granate che si divide tra ritmo allegro e critica sociale.
«Cerchiamo di dare il nostro punto di vista sarcastico sulla società, ma anche su noi stessi che viviamo in questo sistema. Nel brano si fotografano gli stereotipi di chi deve divertirsi forzatamente, tra creme solari e giochi d'acqua, mentre fuori continua la solita vita in bianco e nero, fatta di grigia quotidianità».

Perché dedicare un disco al navigatore Magellano?
«È una figura emblematica di chi ha il coraggio di andare oltre alle cose conosciute, di addentrarsi verso l'ignoto. Il disco è soprattutto un viaggio di scoperta dell'ignoto dentro di noi. Come canto in Moment of silence dovremmo fermarci a riflettere un po' di più».

Ma lei, che arriva dalla gavetta, andrebbe a fare il giudice in un talent?
«Mi sono arrivate delle proposte in tal senso ma per ora ho declinato, in futuro non lo escludo. Quest'anno voglio concentarmi sulla musica. Affronterò un tour impegnativo che inizia il 19 giugno da Verona. Nel live mostrerò la mia natura un po' "piaciona" da intrattenitore e il mio essere un musicista. Suonerò anche molto, chitarra, batteria, basso e pianoforte. Più che un polistrumentista, mi definirei un polistrimpellatore».

Insomma, i riconoscimenti sono arrivati proprio quando lei stava per mollare...
«Il viaggio è stato lungo... Poi è arrivato Sanremo Giovani e le cose sono cambiate, grazie anche a Carlo Conti. E alla mia famiglia che è stata determinante. Per la parte musicale mi ha influenzato mio padre, che è musicista ed ha un negozio di strumenti musicali a Carrara, mentre mia madre mi ha sempre tenuto coi piedi per terra. Lei ha sempre dimostrato un grande ostruzionismo alla mia scelta di percorrere la carriera di musicista, e anche se in certi momenti mi ha fatto soffrire, la ringrazio perché mi ha dato la lucidità di vivere questo percorso in maniera serena. E stasera, anche lei farà il tifo per me».

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