lunedì 7 giugno 2021
Il maestro ha diretto l'Orchestra Cherubini al Petruzzelli nei concerti saltati in autunno per il Covid. E dopo Bari a Marradi con il “treno di Dante” per inaugurare il restauro di un teatro del '700
Il direttore d'orchestra Riccardo Muti

Il direttore d'orchestra Riccardo Muti

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Il concerto di Riccardo Muti con l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini era uno degli eventi musicali più attesi della stagione concertistica 2020 della Fondazione Teatro Petruzzelli di Bari, poi rinviato l’autunno scorso a causa della nuova sospensione degli spettacoli con il pubblico in presenza. Mentre la stagione ha proseguito la programmazione in streaming, in linea con gran parte delle istituzioni musicali, il Teatro Petruzzelli ha inteso celebrare la riapertura al pubblico come un vero e proprio ritorno alla vita, con il tanto atteso ritorno a Bari del maestro Muti e della sua orchestra, oggi indubbiamente una delle più belle e qualificate compagini musicali italiane, che accoglie giovani musicisti, tutti sotto i trent’anni, provenienti da ogni regione. Un esempio virtuoso nel nostro Paese dove, nonostante il numero considerevole di conservatori, i giovani musicisti non trovano adeguati sbocchi professionali e nonostante la sua antica tradizione musicale, il numero delle orchestre è molto basso rispetto alla media europea.

Annunciati a metà maggio, i tre concerti di Muti con l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini hanno registrato in pochissimo tempo il tutto esaurito. Vuoi per il particolare legame d’affetto tra la Puglia e il maestro, che ha vissuto a Molfetta fino all’età di sedici anni, vuoi perché era tanta la voglia di tornare ad ascoltare musica dal vivo – e che musica! – e a sentire finalmente vibrare l’anima fra gli stucchi e i velluti del Petruzzelli, l’accoglienza del pubblico è stata calorosa ed entusiastica. Bello anche il programma con la Sinfonia n. 3 in re maggiore D 200 di Franz Schubert e la Sinfonia n. 9 in mi minore op. 95 Dal Nuovo Mondo di Antonin Dvořák, che la compagine ha proposto il 2, 3 e 4 giugno, prima che il maestro Muti con il “treno di Dante”, nell'ideale e reale itinerario da Firenze a Ravenna, facesse sosta a Marradi (in provincia di Firenze) per dirigere il concerto dell'Orchestra Cherubini per la riapertura dello storico teatro accademico degli Animosi, realizzato tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento.

Marradi come Bari, dove il clima era stato, altrettanto, quello dei grandi eventi. Sin dalle prime battute della sinfonia di Schubert l’Orchestra Cherubini ha rivelato omogeneità e compattezza di suono notevoli. Muti ha condotto la narrazione musicale con autorevolezza richiamando al contempo dettagli espressivi che la compagine ha risolto con versatile prontezza, realizzando una esecuzione fluida, gioiosa, che ben si coniuga con lo stile giovanile del compositore viennese. Nella Sinfonia Dal Nuovo Mondo, composta nel 1893 quando Dvořák era direttore del New York National Conservatory of Music, Muti si affida con fiducia alle capacità empatiche ed espressive dei giovani musicisti della Cherubini che contraccambiano con un esito interpretativo di grande maturità. Non sfugge a chi, oltre ad ascoltare, osserva con attenzione il gesto austero e al contempo amorevole del maestro che invita sì gli orchestrali al massimo impegno, ma anche a vivere insieme, scambievolmente, una straordinaria esperienza umana oltre che artistica.

E dopo l’esecuzione così suggestiva della Sinfonia Dal Nuovo Mondo, che ha toccato vette espressive di notevole intensità, è bello vedere i giovani entusiasti unirsi al consenso generale per il loro direttore, appagati dal suo riconoscimento. Soprattutto è bello vederli felici di fare musica insieme, un’opportunità che non dovrebbe essere negata a nessun giovane meritevole. Al pubblico che ha risposto con entusiasmo all’eccellente prova dell’Orchestra Giovanile Cherubini, Muti ha concesso come unico bis la Sinfonia dall’opera Don Pasquale di Donizetti. Applausi lunghi e calorosi hanno salutato l’evento e la felice ripresa della musica in presenza.

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