lunedì 1 dicembre 2014
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Frozen - Il Regno di Ghiaccio vince il Biglietto d'Oro nella classifica dei film più visti in Italia. Al secondo e terzo posto si piazzano Maleficent e Un boss in salotto. Si aggiudicano invece il Biglietto d'oro come film italiano più visto, oltre a Un boss in salotto di Luca Miniero anche Sotto una buona stella di Carlo Verdone e Colpi di fortuna di Neri Parenti.
 
 
I Biglietti d'oro del cinema italiano vengono assegnati dall'ANEC, associazione esercenti cinema, ai film che, nelle sale 
monitorate da Cinetel, hanno venduto più biglietti nella stagione
cinematografica 2013-2014, con riferimento al periodo 1 dicembre
2013 - 30 novembre 2014.
 
Ecco i giudizi sui tre film vincitori della Commissione Nazionale Valutazione Film della Conferenza Episcopale Italiana:
 
FROZEN - IL REGNO DI GHIACCIO

Unitasi alla Pixar di John Lasseter, la Walt Disney ritrova un grande smalto e una notevole unità di intenti. Ispirato ad un favola di Hans Christian Andersen, il copione ha tutti i tratti dell'apologo morale ma sarebbe rimasto probabilmente alquanto sotto tono senza la forza acquistata in fase espressiva e di composizione dell'immagine. Fin dall'inizio cresce la capacità dinamica dei personaggi, sprizzano vivacità la dinamica facciale e muscolare, e l'epico viaggio dentro i ghiacci ha il sapore di un esame di compiere con se stessi per vincere paure, chiarire le idee, superare pregiudizi. L'idea decisiva è forse quella degli spazi: dentro il palazzo reale, si corre e ci si perde; fuori si cammina a testa bassa dentro gli elementi naturali in un confronto continuo con vastita paesaggistiche a perdita d'occhio. Spazio vuon dire respirare, cambiare, muoversi, vivere nella vita 'vera'. "Frozen" sembra vero, tanto la fiaba è vitale, densa di gioie e dolore. Carico di una bellezza tanto semplice quanto coinvolgente, il film ha toni accattivanti, emozionanti, lirici. Dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, e nell'insieme poetico.
 
MALEFICENT

La bella addormentata nel bosco, film, esce nel 1959, tratto da Perrault (e i Grimm), marchio indelebile della Walt Disney. Oltre mezzo secolo dopo (passate anche Julia Roberts e Charlize Theron), è la volta di Angelina Jolie. Lei sta dalla parte della Fara del Male, cattiva, perfida, spietata: destinata a cambiare. Il segreto di certe favole è che trasmettono un felling in grado di superare la barriera del tempo. Bisogna però rendere le nuove versioni con una naturalezza esemplare, quasi 'provocatoria' nella gestualità e nel trascorrere delle epoche, anzi nel fare finta di niente e quasi azzerando epoche e secoli di storia. Angelina Jolie restuisce al meglio lo scontro tra Male e Bene, e la regia ha (detto in una parola) quella 'modernità' che lo fa accettare dalle nuove generazioni. Una bella prova, un bel successo per un film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile e nell'insieme poetico.
UN BOSS IN SALOTTO

La satira di costume incentrata sui contrasti nord/sud non è nuova. C'era bisogno di lavorarci sopra per evitare ripetizioni e uscire dalla logica del "Benvenuti al Nord/al Sud". A livello di racconto Miniero prova perciò a lavorare sulla 'sorpresa', ossia sul travestimento indotto dal doppio nome di Cristina/Carmela. E, di fronte a lei, la smaccata naturalezza di Ciro. Contrasti, sorprese, equivoci, cambi di rotta partono ben presto e si infittiscono forse oltre misura. Sul traliccio principale del contrasto sorella/fratello si inseriscono lentamente molti elementi che attutiscono ogni contraddizione per arrivare ad un finale che ristabilisce l'equilibrio. Una certa prevedibilità e qualche passaggio un po' forzato tolgono freschezza al copione e il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile e nell'insieme semplice.
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