sabato 14 maggio 2016
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STOCCOLMA Lo sguardo di Francesca Michielin sul palco del 61° Eurovision Song Contest sembra quello di Alice che ha appena traversato lo specchio e, nel passaggio, ha avuto la ventura di vedersi riflessa per un attimo. Magari si è pure piaciuta, ma non lo dà a vedere perché sa bene che stasera a Stoccolma si gioca tutto. E in palio c’è l’Europa. «Conoscendo la tensione che si prova a rappresentare un’eccellenza artistica come l’Italia, siamo tutti con lei», spiega il trio Il Volo, grande protagonista dell’edizione di un anno fa, cui solo la combinazione del televoto con il verdetto delle giurie ha tolto il piacere di una vittoria già decretata a furor di popolo. «Il grande richiamo del’Eurovision ci fa sperare che esista un altro modo di stare attaccati alla tv, e di sentirci paese, oltre alle partite della Nazionale di calcio italiana ». Tornata in prima serata di Rai 1 dopo vent’anni – dal ’97 – (con la telecronaca da Stoccolma di Flavio Insinna e Federico Russo, dalle ore 20.35) la finalissima è stata preceduta in settimana su Rai 4 da due gironi eliminatori che hanno ridotto i pretendenti al titolo da 36 a 20, cui stasera vanno ad aggiungersi i “big 5” ammessi all’ultima fase di diritto (Francia, Spagna, Regno Unito, Germania e Italia) oltre al Paese ospitante, la Svezia, trionfatrice un anno fa con quel Måns Zermerlöw promosso quest’anno presentatore al fianco della popolare Petra Mede. Ospite speciale della maratona Justin Timberlake, in scena con Can’t stop the feeling scritta e coprodotta dagli scandinavi Max Martin e Shell Bach. «In un mondo globalizzato anche televisivamente, trovo salutare che ci siano trasmissioni come questa in cui ciascuno riesce a portare la propria identità », spiega la danese Nicoline Refsing, “visual director” del set della Michielin. «Ho ascoltato Nessun grado di separazione almeno trecento volte prima di mettere a punto un’idea scenica. Cercavo, infatti, qualcosa che, oltre al cuore, avesse pure un’anima. Dal confronto con Francesca è nata l’idea di portare in scena un albero della vita in cui si ritrovassero tutti gli elementi che lei aveva inserito nel videoclip brano, a cominciare dai diamanti e dagli occhiali 3D». «Effettivamente volevo un “visual” che richiamasse bene i valori della canzone: la vita, l’unione e l’amore – conferma la Michielin –. Così abbiamo scelto un grande albero che simboleggi un po’ questa nostra Europa da cui pendono frutti e oggetti che rappresentano la sua ricchezza; l’insieme dei popoli e delle culture. Per l’Eurovision ho deciso di tradurre in inglese il verso portante del pezzo proprio per rendere chiaro a tutti il concetto». Per lei l’avventura europea è cominciata il 24 aprile nella sua Bassano del Grappa dove il sindaco e la filarmonica hanno salutato in piazza Libertà la partenza dell’autobus che l’ha portata prima a Vienna («dove, incontrando i miei “eurofan”, ho accennato all’ocarina l’Inno alla gioia per ribadire che nel nostro continente non ci sono gradi di separazione, ma solo unità nelle differenze»), poi a Varsavia, a Berlino («affascinante perché cammina di pari passo col suo passato, anche se davanti ai blocchi del Monumento all’Olocausto ho provato un senso di grande inquietudine»), ad Amburgo, a Copenaghen e, finalmente, a Stoccolma. «Alla fine dell’esibizione di questa sera staccherò dall’albero un seme per porgerlo simbolicamente ai telespettatori invitandoli a farsi tutti germogli di un’Europa libera, unita e, soprattutto, senza le paure. Ecco perché tanto in Austria, che in Polonia, Germania e Danimarca ho voluto regalare ai fan dell’Eurovision bustine piene di semi da piantare». Francesca canterà per sesta, nella prima parte dello show. I bookmakers la danno dentro i primi dieci, ma candidano alla vittoria il russo Sergej Lazarev con la sua You are the only onegrazie soprattutto ad una coreografia stupefacente formato Matrix. © RIPRODUZIONE RISERVATA La cantante veneta in gara all’Eurovision Song Contest con il brano rivelazione di Sanremo 2016: «In bus da Bassano a Stoccolma, per ribadire non c’è nessun grado di separazione» Francesca Michielin
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