martedì 22 aprile 2014
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Il passo più difficile è l’ultimo. Il punto più lungo del mondo, quello che separa la Virtus Entella dalla serie B, potrebbe durare due settimane: dopo il pari allo scadere colto nove giorni fa al "Bacigalupo" di Savona, ai danni della rivale corregionale in corsa per i playoff, alla squadra di Chiavari ora basterà pareggiare in casa, domenica 28 aprile contro la Pro Vercelli che la insegue a cinque punti di distanza, per centrare la promozione diretta, dopo un campionato di vertice. E nell’anno del centenario, festeggiato il mese scorso alla presenza di Giorgio Squinzi, patron di Confindustria, sarebbe un vero prodigio di tempistica.Facile prevedere il tutto esaurito per l’occasione, al vecchio Comunale ampliato di recente fino alla capienza di 4200 posti, ubicato a pochi metri dalla "fiumana bella", menzionata dall’Alighieri nella Commedia, che dà il nome alla società. La promozione sarebbe un colpo fino a poco tempo fa impensabile per Chiavari, già arrivata lo scorso anno a un passo dall’elite del calcio professionistico ma eliminata negli spareggi in semifinale dal Lecce, poi sconfitto in finale dal Carpi. La Virtus potrebbe eguagliare i biancorossi in un dettaglio: gli emiliani avevano permesso alla provincia di Modena, già forte dei gialloblù del capoluogo e del Sassuolo che peraltro gioca a Reggio Emilia, di avere tre squadre tra A e B. Ora i chiavaresi potrebbero rafforzare la presenza tra le grandi del territorio genovese, che schiera nel massimo campionato Genoa e Sampdoria, esaltando ancor più l’ottimo momento del calcio ligure, con lo Spezia in B a inseguire i playoff e il già citato Savona in Prima Divisione.La scalata della Virtus Entella è storia antica e al tempo stesso recente. La storia del club, dall’eminente profilo dilettantistico, comprendeva alcune puntate nell’allora serie C, a partire dal 1960, e nella C2 all’apice della presidenza di Vittorio Chiesa, imprenditore ancor oggi tra i principali consiglieri della dirigenza in carica. Ma la società visse anche periodi difficili, non senza crack economici superati con una serie di fusioni con altre realtà agonistiche locali, ai fini della conservazione del titolo sportivo e della continuità d’esercizio.Ma la storia della società chiavarese prende il volo con l’avvento alla presidenza di Antonio Gozzi, industriale siderurgico che all’impegno nell’azienda familiare e nel calcio affianca quello ai vertici di Federacciai. Nel 2007, la Virtus Entella vince il campionato di Eccellenza: è solo il primo passo per una scalata che concilia il rafforzamento sul campo al consolidamento delle strutture ausiliarie, in collaborazione con le principali istituzioni locali, dal solidissimo Banco di Chiavari al Centro Benedetto Acquarone, dall’Ascom alla stessa amministrazione comunale, che ha sede a Palazzo Bianco. Qui, negli anni Ottanta, il futuro patron calcistico fu giovanissimo vicesindaco socialista di una giunta di centrosinistra, salvo chiudere pochi anni dopo con la politica, per ripresentarsi sulla scena pubblica accettando la scommessa di fare grande la Virtus Entella.A costruire il capolavoro, oltre alle risorse e all’intraprendenza di Gozzi, il fiuto dei dirigenti Matteo Matteazzi e Matteo Superbi, il talento del tecnico Luca Prina e una rosa ricca di elementi di qualità ed esperienza, come Cesar, Adrian Ricchiuti e Francesco Di Tacchio, un lusso per la categoria.Nel giro di sette anni, il grande salto è quasi realtà. A fare il tifo per la squadra chiavarese, oltre ad alcuni ex come Giampiero Ventura che qui cominciò ad allenare e Luciano Spalletti che tutti ricordano come infaticabile cursore di fascia dalla lunghissima chioma da hippy, è una città intera che proprio ai tempi di Gozzi vicesindaco aveva sfiorato la promozione a capoluogo di provincia e adesso, in tempi grami per gli enti locali intermedi prossimi a soppressione, sta per prendersi la rivincita nel calcio. Sullo sfondo, una città ricca eppure dal passato di forte migrazione nell’America del Sud, tanto che i colori biancocelesti richiamano esplicitamente l’Argentina. «A Chiavari - dicono i nativi - ci sono tre monumenti: Luchin, Defilla e l’Entella», rispettivamente una storica osteria che sforna una rinomata farinata, un elegante caffè dagli arredi liberty, e la squadra che è ormai ad un passo dalla Serie B. E che adesso non vuole fermarsi più.
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