martedì 27 agosto 2013
Riceveranno un indennizzo simbolico di 15 dollari i 614mila utenti di Facebook "utilizzati" dal social network per campagne pubblicitarie senza alcuna autorizzazione.​
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Riceveranno un indennizzo simbolico di 15 dollari i 614mila utenti di Facebook "utilizzati" dal social network per campagne pubblicitarie senza alcuna autorizzazione.
È quanto ha stabilito un giudice americano, dopo la class action intentata nel 2011 da cinque utenti del colosso fondato da Marc Zuckerberg. Secondo il magistrato Richard Seeborg, l'uso di foto e dettagli personali di utenti Facebook, trasformati in ignari testimonial pubblicitari, non ha arrecato loro alcun "danno significativo".
Con le Sponsored Story, attivate nel 2011, se un utente clicca su "Mi piace" sulla pagina di un brand rischia di ritrovarsi in un elenco di "sponsor" del prodotto con la pubblicazione della propria immagine e del proprio nome. L'iniziativa del Social network cavalcava la tendenza sempre più pervasiva volta all'individualizzazione sempre più spinta della pubblicità. Oltre a suggerirti le cose che puoi trovare negli esercizi commerciali vicini a dove ti trovi, ecco che ti viene anche proposto quello che le persone con cui hai maggiore familiarità trovano interessante o, magari, hanno acquistato. La scommessa è che questo valga di più, quanto a persuasività, del sorriso sornione di George Clooney o dello sguardo seducente di Charlize Theron. 
Secondo la Corte, Facebook, utilizzando in tutto 150 milioni di utenti come testimonial involontari, ha guadagnato 73 milioni di dollari, a fronte di un risarcimento complessivo da 20 milioni, che prevede, oltre al "gettone" da 15 dollari, il pagamento delle spese legali e l'onorario delle organizzazioni che si occupano di tutela della privacy. In fin dei conti, proprio bruscolini...
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