venerdì 21 aprile 2017
Alla Fiera di Rho il bilancio di un settore che gode della fortuna dei testi del Papa. Ma la distribuzione è ancora un problema
Editoria religiosa, l’effetto “Francesco”
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Il primo in classifica svetta lassù, inarrivabile e solitario. Nel 2016 il titolo più venduto nelle librerie religiose italiane è stato Il nome di Dio è misericordia, l’intervista di Andrea Tornielli a papa Francesco pubblicata da Piemme in occasione del Giubileo. Un caso di tempistica perfetta, osserva il presidente della Uelci (Unione editori e librai cattolici italiani), Giovanni Cappelletto, durante la presentazione dei dati del settimo Osservatorio sull’editoria religiosa realizzato in collaborazione con l’Ufficio studi dell’Aie, l’Associazionne editori italiani. Un appuntamento che si è spostato dal Salone del Libro di Torino a Tempo di Libri, la nuova fiera dell’editoria italiana in svolgimento fino a domenica nei padiglioni di Milano Rho.

Come prevedibile, l’elenco dei dieci best seller dell’anno passato colpisce molto, se non altro perché tra il capolista e il secondo qualificato corre un intervallo che pare incolmabile. «Aver colto l’occasione è stato importante, certo - ribatte Roberta Russo, l’editor di Piemme che ha seguito Il nome di Dio è misericordia - ma restano fondamentali il lavoro sul testo, la cura del volume in ogni dettaglio, la diffusione internazionale». Uno dei relatori dell’incontro, il caporedattore di Edb Roberto Alessandrini, teorizza: «I buoni libri non cadono dal cielo, richiedono intelligenza e capacità progettuale. Ma per fare questo occorre uscire dall’autoreferenzialità che ancora caratterizza la produzione delle case editrici cattoliche, occorre sperimentare nuove forme di argomentazione e racconto al confine tra teologia, devozione e approfondimento culturale».

A illustrare i risultati dell’Osservatorio è il responsabile dell’Ufficio studi Aie, Giovanni Peresson. Una buona notizia ci sarebbe: nell’arco di pochi anni nel nostro Paese i lettori di libri religiosi sono più che raddoppiati (erano due milioni e 700mila nel 2010, oggi arrivano a cinque milioni e 700mila), ma nel contempo cresce anche la presenza dell’editoria laica nel settore (una quota del 26,6% rispetto al 24,1% del 2014). In termini as- soluti parliamo di oltre 5.400 titoli complessivi, pari al 7,6% dell’intera offerta editoriale.

L’entusiasmo tende purtroppo a scemare quando, una volta registrata la flessione del settore tra il 2016 e il 2015 (-2,9%), ci si trova a constatare che a calare di più sono gli editori cattolici, in ragione del 7,9%. Per avere elementi incoraggianti si deve tornare al profilo dei lettori di testi religiosi: più giovani rispetto al passato, più colti, non necessariamente credenti. Definizione, questa, nella quale si riconosce ormai il 38% di quanti, nel corso di un anno, leggono almeno un libro di argomento religioso. «L’apertura a un pubblico più vasto è uno degli obiettivi che stiamo cercando di perseguire», dichiara Luca Gentile, direttore di Città Nuova. Espressione del movimento dei Focolari, da qualche tempo la casa editrice sta investendo molto sulla narrativa.

Tra le novità presenti in fiera spicca Strategia della crisi di Paolo Nori, scrittore refrattario a ogni etichetta e proprio per questo capace di sorprendere e provocare. Si tratta di un percorso simile a quello intrapreso da San Paolo con la collana dedicata alle vittime della mafia: «Contrastare l’ingresso degli editori laici nel settore religioso non è più sufficiente, bisogna esplorare la possibilità di intervenire in modo originale in altri ambiti», afferma il direttore editoriale don Simone Bruno. «Si ripete spesso che gli editori cattolici sono deboli sul fronte del racconto - obietta Guido Orsi, tra i responsa- bili di Itaca - ma in realtà fra le nostre caratteristiche c’è proprio la capacità di testimoniare con forza esperienze di vita significative. Quello che scontiamo è semmai un drammatico ritardo sul fronte organizzativo e, in particolare, della distribuzione».

È un tasto dolente, che accomuna nella preoccupazione realtà peraltro dinamiche come Effatà ed Edizioni Terra Santa, «Anche se un’alternativa si può sempre cercare - insiste Lorenzo Fazzini di Emi -. Nel nostro caso si sono rivelati molto utili i tour di autori, spesso stranieri, che propongono tematiche finora poco esplorate e, nel contempo, rese attuali dal pontificato di Bergoglio. Penso all’economista gesuita Gaël Giraud o a padre Alejandro Solalinde, il sacerdote messicano in prima linea nella lotta contro i narcotrafficanti ». È un “effetto Francesco” che prosegue sotto altre forme, per quanto i testi del papa non smettano di riscuotere interesse, magari nella versione tascabile lanciata di recente dalla Libreria Editrice Vaticana: «Qui a Tempo di Libri - aggiunge il direttore, don Giuseppe Costa - sta ottenendo molto seguito la mostra Vivere in cammino, nella quale i tweet dell’account Pontifex sono accompagnati dalle fotografie di Giovanni Chiaramonte ».

Ma anche la rinnovata attenzione di molti lettori cattolici per i titoli legati al quinto centenario della Riforma luterana, di cui danno conto allo stand della protestante Claudiana, non è estraneo al clima dell’attuale pontificato. «Dopo l’acquisizione del catalogo di Paideia - dice Samuele Bernardini, uno dei responsabili ci stiamo rendendo conto che la qualità può veramente essere un fattore di crescita».

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