In termini più tecnici, come ha ricordato anche il direttore di Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro, durante la presentazione della Collana dell’Ave, il modo di comunicare del Papa è connotato da alcune caratteristiche di fondo. L’oralità: pochissimi finora i documenti (se si esclude la Lumen Fidei, "ereditata" da Benedetto XVI, e in attesa dell’encilica sociale, di fatto solo l’Evangelii Gaudium, autentica stella polare del pontificato); fondamentale invece il corpus delle omelie di Santa Marta, una vera e propria enciclica della quotidianità, oltre che il grembo da cui spesso nascono le espressioni che hanno mandato in pensione l’ecclesialese. L’immagine del «Dio spray», cioè impersonale, impalpabile, o quella della «Chiesa babysitter», che «cura il bambino solo per farlo addormentare». Francesco ne ha per tutti. Ad esempio per quei cristiani definiti «da pasticceria» (visita ad Assisi, 4 ottobre 2013), che cioè non vogliono prendere la croce, o «bolle di sapone», vale a dire vanitosi, o «tiepidi». E che dire del consiglio dato ai coniugi: tiratevi anche i piatti, ma non finite mai una giornata senza fare la pace.I gesti: anche questa può essere considerata, a suo modo, un’enciclica. Gesti come la scelta di fare la lavanda dei piedi del giovedì santo in luoghi simbolo, di visitare prima di tutto Lampedusa, di proclamare un Anno Santo della Misericordia o di mettere a disposizione dei poveri, docce e barbiere in piazza san Pietro sono messaggi di straordinaria potenza comunicativa.Interattività: infine il Papa non si accontenta di parlare, spesso intesse un dialogo con l’assemblea. E questa interattività è a sua volta di due tipi: interloquire con la gente, sollecitandola a rispondere in coro; entrare in sintonia profonda col cuore di una determinata assemblea in un determinato momento, lasciando se necessario da parte i discorsi scritti e parlando a braccio. Un’empatia che ha avuto il suo apice ad esempio nella tappa tra gli alluvionati di Tacloban e nel "dialogo delle lacrime" con la bambina di Manila, durante il recente viaggio nelle Filippine.«Oralità, gesti e interattività conferiscono al magistero di Francesco – sottolinea padre Spadaro – una connotazione radicalmente anti-ideologica». Come dimostrano ad esempio le sue recenti prese di posizione contro l’ideologia del nostro tempo: la teoria del gender. Nella Evangelii Gaudium il Papa ha scritto che «la realtà è più importante dell’idea». Con il suo modo di comunicare egli ne dà dimostrazione ogni giorno. E anche così disegna i contorni di una Chiesa in uscita, capace di abbandonare il linguaggio dei dotti per parlare a tutti.
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