mercoledì 16 novembre 2016
Il cantante americano Bob Dylan, vincitore del Nobel per la letteratura, non parteciperà alla cerimonia di premiazione del 10 dicembre
Bob Dylan durante un concerto degli anni Settanta (WikiCommons)

Bob Dylan durante un concerto degli anni Settanta (WikiCommons)

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Volevano un Nobel anticonformista e sono stati accontentati. Fin troppo, forse. Che l'assegnazione del premio per la Letteratura a Bob Dylan potesse suscitare qualche problema gli accademici di Svezia lo avevano capito subito, fin dal 13 ottobre scorso, quando l'interessato non aveva neppure trovato il tempo di commentare la notizia, impegnato com'era in un concerto a Las Vegas. C'erano volute un paio di settimane prima che Dylan dichiarasse di considerare «straordinario e incredibile» il riconoscimento attribuitogli in virtù del suo innovativo contributo alla tradizione della canzone americana. Anche in quella occasione, però, l'autore di Blowin' in the Wind aveva messo in guardia gli amici di Stoccolma: a ritirare il premio, aveva detto, sarebbe andato solo non ci fossero stati ostacoli. Ed è proprio così che è andata, a quanto pare. In una comunicazione non priva di imbarazzo l'Accademia di Svezia ha infatti comunicato di aver ricevuto da Dylan la temuta comunicazione di indisponibilità. Il 10 dicembre ha già altri impegni in programma, non potrà presenziare alla cerimonia.

Si tratta di una circostanza del tutto eccezionale nella pur travagliata vicenda dei Nobel. È vero che già per due volte il premio era stato rifiutato, per l'esattezza dal francese Jean-Paul Sartre nel 1964 (il valore di uno scrittore, sosteneva, può essere compreso con esattezza solo dopo la morte) e prima ancora, nel 1958, dal russo Boris Pasternak, che aveva dovuto piegarsi al volere del regime sovietico, per niente lusingato dall'epopea del Dottor Živago. Adesso però Dylan non rifiuta, semplicemente fa sapere che non si presenterà alla cerimonia nel corso della quale re Carlo Gustavo avrebbe dovuto consegnargli il premio. Un bel grattacapo, e non solo per il protocollo, considerato che a Stoccolma, per consolidata consuetudine, gli scrittori laureati pronunciano un'importante serie di discorsi, che spesso entrano a far parte della loro opera in posizione tutt'altro che marginale (si pensi, per esempio, al caso di Albert Camus nel '57). Senza voler considerare la questione del riconoscimento in denaro, pari a circa 800mila euro. Un bel gruzzolo, certo. Ma forse non sufficiente per convincere Dylan a interrompere il suo tour.

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