sabato 16 giugno 2018
Torna nei cinema e approda anche nelle librerie il rivoluzionario film di animazione “Yellow Submarine”, con i Fab Four protagonisti attraverso le loro leggendarie canzoni
Una immagine del film tratta dal lbro “The Beatles - Yellow Submarine” edito da Gallucci

Una immagine del film tratta dal lbro “The Beatles - Yellow Submarine” edito da Gallucci

COMMENTA E CONDIVIDI

I Beatles ovvero la rivoluzione musicale (e culturale) del Novecento. Trasversale spartiacque che, anche se non subito, mise d’accordo tutti. Al di là del rock, del pop, della musica colta. Un impatto tanto potente quanto breve, un lustro di “beatlesmania” i cui riverberi non si sono mai esauriti. Non c’è ambito artistico che, in un modo o nell’altro, ai Beatles non abbia attinto. Persino il cinema d’animazione. Un’idea che ai Fab Four, per la verità, all’inizio non andava granché a genio. C’era da onorare un contratto con la United Artists per un terzo film (dopo A hard days night del ’64 e Help! dell’anno dopo), ma in quel nevralgico ’67 i Beatles erano impegnati nella preparazione del cosiddetto “White Album” ( The Beatles) e non avevano alcuna voglia di trascorrere giorni e giorni davanti alla macchina da presa. L’idea, non loro, fu comunque geniale. Visto il successo di una serie animata su di loro e con le loro canzoni (una sessantina di puntate), i produttori della King Features, a cui erano stati ceduti i diritti, pensarono bene di costruire una storia basata sugli alter ego di Sgt. Pepper’s, il precedente concept album di ricordi adolescenziali dei Fab Four.

Protagonista, assieme ai quattro Beatles, il sottomarino giallo ( Yellow Submarine) già cantato nell’album Revolver, chiamato a riportare la pace e la musica a Pepperland, presa in ostaggio dai Blue Meanies, i Biechi Blu. Impresa possibile grazie al viaggio dei Fab Four (e del superstite capitano Fred) attraverso sei fantastici e immaginari mari e grazie alla loro musica. I testi furono affidati a Roger McCough (un poeta di Liverpool), l’animazione all’illustratore e designer tedesco Heinz Edelmann, mentre alla regia fu chiamato George Dunning (già autore della serie animata per la tv), supervisore di ben duecento disegnatori. Quasi un anno di lavoro per realizzare un unicum nel campo del cinema di animazione, il film Yellow Submarine, concentrato di psichedelia, surrealismo e pop art, in totale contrasto con l’imperante stile disneyano di allora.

La prima di Yellow Submarine si tenne al London Pavilion il 17 luglio del 1968. Strepitosa fu l’accoglienza. Eppure i Beatles, di quel film entrato nella storia, non si curarono affatto, se non scrivendo quattro nuovi brani dei 15 complessivi della colonna sonora. «Ok, dobbiamo fare loro quei dannati pezzi, ma non ci ammazzeremo mica per farli» dissero, come riportò il loro produttore George Martin. Anche in Italia Yellow Submarine arrivò nelle sale e quattro anni dopo in tv, il Capodanno del 1972, ovviamente sulla Rai. Ma quel coloratissimo ed eccentrico cartoon, grandi e piccini (compreso il sottoscritto) lo videro in bianco e nero. Ci pensa ora Gallucci Editore a rendere un duplice omaggio ai 50 anni di Yellow Submarine. Il primo è una nuova edizione dell’albo illustrato originale, con la traduzione di Franco Nasi (già traduttore di Roger Mc-Gough) e le illustrazioni del film realizzate da Heinz Edelmann (pagine 40, euro 15,00). Il secondo è un pop-up a fisarmonica che riproduce gli stessi disegni del film in un formato tridimensionale (pagine 24, euro 9,90). Intanto, il 6 luglio, si terranno due speciali proiezioni gratuite del film, grazie a Universal Music Italia: a Roma, alle 21.30, al cinema Caravaggio; a Milano al Teatro Guanella, alle 20.30. E il giorno prima uscirà nei negozi in edizione limitata il singolo 7’’ di Yellow Submarine con Eleonor Rigby sul lato B.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: