giovedì 19 marzo 2015
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La tanto attesa eclissi di sole di domani mattina, venerdì 20 marzo, è stata definita l’“eclissi dell’equinozio” perché si verificherà il primo giorno di primavera. A questo punto qualcuno potrà obiettare che la primavera inizia il 21, ma in realtà l’inizio della stagione non coincide quasi mai con la data tradizionale del giorno di san Benedetto. Negli ultimi quindici anni, ad esempio, solamente due volte, nel 2003 e nel 2007, l’equinozio si è verificato il 21 marzo e dunque nessuno si deve stupire se in questo 2015 la primavera avrà inizio il 20 marzo. Ma c’è un altro dato che contribuisce a rendere speciale questa eclissi: l’ultima eclissi di sole nell’equinozio di primavera si è verificata circa tre secoli e mezzo fa, il 20 marzo 1662. E c’è un altro aspetto non meno interessante: venerdì prossimo, infatti, il sole dopo sei mesi di buio farà capolino sull’orizzonte del Polo Nord e apparirà oscurato dalla luna. L’evento è da considerarsi eccezionale perché si verifica all’incirca ogni cinquecentomila anni.Fatta questa premessa va anche ricordato che l’eclissi, che si verificherà al mattino fra le 9 e mezzogiorno, sarà parziale: ciò significa che il suo tasso di spettacolarità non è paragonabile a quello di una eclissi totale. Solamente le isole Fær Øer e Svalbard nell’Oceano Atlantico settentrionale potranno godersi un’eclissi totale, che potrà essere osservata in diretta streaming dall’Artico, dove è operativa la base Dirigibile Italia nelle Isole Svalbard, sul sito del Cnr (http://media.src.cnr.it/direttastreaming/6).Accontentiamoci dunque di questa eclissi parziale che alle nostre latitudini ci mostrerà un sole oscurato dalla luna di una percentuale che varia a seconda della località, dal 67,3% di Aosta al 39,7% di Reggio Calabria. A Milano e a Torino si avrà un oscuramento del 65% e a Roma del 54%. Variano anche gli orari dell’eclissi. A Cagliari, ad esempio, il fenomeno inizierà alle 9.16, a Roma alle 9.23, a Trieste e a Lecce alle 9.30, a Napoli alle 9.32. Il massimo del fenomeno avrà luogo dopo circa un’ora e otto minuti e la fine dello spettacolo è prevista per le 11.45. Tutti, ovviamente, si augurano che il cielo sia sereno perché la natura, come Paganini, non ripete. Purtroppo se le nuvole guasteranno lo spettacolo bisognerà attendere il 2026 quando si verificherà una eclissi simile a questa.Un’altra curiosità legata a questa eclissi riguarda la Stazione spaziale internazionale, dove attualmente è a bordo la nostra Samantha Cristoforetti. Dalla Spagna, infatti, chi osserva l’eclissi potrà vedere transitare davanti al Sole anche la Stazione.Di fronte al fenomeno delle eclissi parziali occorrono alcune puntualizzazioni. Innanzitutto chi si aspetta di veder calare la notte in pieno giorno resterà deluso. L’eclissi, infatti, farà registrare piuttosto un abbassamento di luce, molto avvertito soprattutto dagli animali, assai sensibili ai mutamenti naturali. Gli astronomi e gli astrofili, infine, raccomandano di non osservare il sole ad occhio nudo o con strumenti fai da te come i vetri affumicati, le pellicole fotografiche “bruciate” o, peggio, con binocoli o telescopi che non siano dotati di opportuni filtri. Occorre invece usare particolari occhialini che si possono acquistare con pochi euro presso negozi di ottica e di fotografia. Un’osservazione non protetta del sole può arrecare gravissimi danni alla vista. Le eclissi di sole, soprattutto quelle totali, non sono solamente sinonimo di spettacolo ma a volte possono essere dei banchi di prova per verificare certe teorie. Famosissima l’eclissi totale del 29 maggio 1919 grazie alla quale fu verificata la deviazione dei raggi luminosi da parte del sole come prevedeva la teoria della relatività generale formulata da Albert Einstein proprio cento anni fa, nel novembre del 1915.Agli entusiasmi per lo spettacolo si contrappongono invece le preoccupazioni di quanti producono l’energia elettrica con i pannelli solari. Nell’ultimo decennio, infatti, si è registrato un notevole incremento della quantità di energia elettrica generata dai pannelli solari e pertanto la riduzione dell’irraggiamento solare provocata dall’eclissi potrebbe influire pesantemente sulla produzione energetica. Il problema è avvertito in Europa, ma soprattutto in Germania, dove un quarto dell’energia elettrica è ricavato da impianti eolici e pannelli solari: per cui questa eclissi sarà sicuramente un test importante per il sistema elettrico europeo.
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