mercoledì 24 giugno 2020
Anche il numero uno del mondo contagiato al torneo da lui organizzato: «Ho fatto tutto in buona fede». Duro Gaudenzi, presidente Atp
Novak Djokovic in azione all'Adria Tour del 13 giugno scorso

Novak Djokovic in azione all'Adria Tour del 13 giugno scorso - Epa/Andrej Cukic

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Il coronavirus scuote i vertici del tennis mondiale: Novak Djokovic ha annunciato di essere positivo al Covid–19. Il 33enne serbo numero uno della classifica Atp ha fatto sapere di essersi sottoposto al test con tutta la famiglia e lui e la moglie incinta Jelena sono risultati contagiati mentre i figli Stefan e Tara, di 3 e 5 anni, sono negativi. La notizia è destinata a rinfocolare le polemiche per l’Adria Tour, il torneo esibizione a Zara ideato e promosso dallo stesso Djokovic e interrotto per il focolaio di Covid che aveva già portato ad almeno sei casi: tre tennisti, il croato Borna Coric, numero 33 della classifica Atp, il bulgaro Grigor Dimitrov, numero 19, il serbo Viktor Troicki con la moglie incinta, più i preparatori di Djokovic e Dimitrov, l’italiano Marco Panichi e il tedesco Christian Groh. Il campione serbo, già ribattezzato maliziosamente “Novax Djokovic” sui social (per la sua contrarietà al vaccino), è finito nel mirino dei media croati che gli rimproverano di aver prima sottovalutato la pandemia aprendo le partite al pubblico e poi di esser voluto rientrare in Serbia per sottoporsi ai test. Insomma, un evento che voleva celebrare l’uscita dalla pandemia e il ritorno del grande tennis (sport considerato tra i più sicuri) si è trasformato in un boomerang.

“Djoker”, oltre al contagio suo e della moglie, rischia di pagare un pesante prezzo di immagine. Il numero uno del mondo ha voluto però difendere la sua buona fede: «Tutto ciò che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto con cuore puro e intenzioni sincere», ha assicurato, «il nostro torneo intendeva unire e condividere un messaggio di solidarietà ». «Abbiamo organizzato il torneo credendo che ci fossero le condizioni», ha spiegato, «sfortunatamente, questo virus è ancora presente... Spero che ciò non complichi la situazione di salute di nessuno e che tutti stiano bene». Ma infuriano le polemiche. «È un po’ come quando dici ai tuoi figli che cercano di imparare ad andare in bicicletta che devono indossare il casco. E loro dicono “no, no e no”. Poi vanno in bici, cadono e mettono il casco» accusa Andrea Gaudenzi, presidente italiano dell’Atp. Critico anche l’amico Andy Murray: «Spero che si possa trarre insegnamento ». Per il presidente della Federtennis, Angelo Binaghi, «ha fatto un’enorme fesseria ma ha fatto una cosa indimenticabile, la donazione agli ospedali di Bergamo. Resta in grossissimo credito con il nostro paese e con l’opinione pubblica».

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