giovedì 5 dicembre 2013
Il 37enne corridore abruzzese, già recidivo e trovato positivo anche all'ultimo Giro d'Italia, è stato radiato dal Tribunale nazionale antidoping. (Antonio Giuliano)
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Arriva la parola fine sulla parabola ciclistica di Danilo Di Luca. Il Tribunale nazionale antidoping (Tna) ha squalificato a vita il 37enne corridore abruzzese già espulso dall’ultimo Giro d’Italia perché trovato positivo all'Epo in un test del 29 aprile scorso. Si chiude così tristemente la vicenda sportiva del “killer di Spoltore”, vincitore del Giro d'Italia nel 2007 e di una serie di grandi classiche, dalla Freccia Vallone alla Liegi-Bastogne-Liegi, dall’Amstel Gold Race al Giro di Lombardia. Un verdetto in qualche modo annunciato visto che Di Luca era già stato squalificato per ben due volte: nel 2007 per tre mesi a causa delle sue frequentazioni con il medico Carlo Santuccione e nel 2009 per due anni (poi ridotta a 15 mesi) dopo la positività all'Epo-Cera proprio al Giro d'Italia. Una carriera con diverse luci e molte ombre che allunga il velo di amarezza e pessimismo intorno al ciclismo, già devastato in questi ultimi anni da casi clamorosi di doping come quello di Lance Armstrong. Uno sport che ogni volta tenta disperatamente di rialzarsi e cambiar pagina, ma purtroppo finora con scarsi risultati. Chissà che l'ennesima sentenza segni un nuovo inizio.
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