lunedì 25 febbraio 2013
Il tecnico bianconero fa risalire la capolista nella partita contro il Siena e non esclude di prendere il volo verso l'estero. Etnei a soli 3 punti dal Milan. Nel Derby di Milano Stramaccioni azzecca finalmente la mossa con Schelotto. (di Massimiliano Castellani)
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Nel weekend elettorale la Serie A vota Antonio. Stiamo parlando di Antonio Conte, allenatore della Juventus, insignito in settimana della Panchina d’oro (miglior tecnico italiano della stagione 2011-2012). Il tecnico bianconero dopo la sconfitta dell’Olimpico contro la Roma fa rialzare immediatamente la capolista che cala il tris contro il Siena della mina vagante Emeghara. Allo Juventus Stadium il nigeriano, gioiellino a sorpresa (4 gol in quattro partite) di Iachini, resta a secco, mentre la Juventus si concede il lusso di mandare ancora in gol il difensore Lichtsteiner, la “formica atomica” Giovinco e il genio ribelle Pogba che infila la sua ennesima staffilata da fuori area.Eppure la tifoseria juventina a tratti non ha gradito lo spettacolo e lo ha sottolineato con fischi ingenerosi che hanno ferito la suscettibilità di Antonio Conte, il quale prima ha difeso a spada tratta la sua squadra, tornata a più 7 punti dalla seconda (il Napoli gioca questa sera a Udine) e poi ha ribadito che un’esperienza internazionale (lo cercano Chelsea e Real Madrid) gli farebbe molto piacere. Il presidente Andrea Agnelli è avvertito della possibile fuga del suo “cervello” all’estero, così come De Laurentiis a Napoli sa che a giugno potrebbe veder partire Walter Mazzarri. Ma il re del cinepallone non fa drammi e ammette sereno: “Mazzarri se ne va? Ce ne faremo una ragione”. L'allenatore del Napoli non ha ancora smaltito la delusione per l’eliminazione dall’Europa League ad opera di un non trascendentale Viktoria Plzen. Agli ottavi e da imbattuta in Europa è invece passata la Lazio del silente Petkovic che stasera vincendo contro il Pescara può tornare al terzo posto in solitaria.Posizione questa, al momento occupata dal Milan che dopo il capolavoro di Champions, 2-0 al Barcellona di Messi, ha provato a fare il bis nel derby contro l’Inter, ma è finita con un pari e patta che forse accontenta un po’ tutti. La formazione di Allegri (riconfermato - almeno a parole dal presidente Berlusconi- anche per la prossima stagione) può proseguire la sua lunga striscia positiva anche in campionato, mentre l’Inter - entrata agli ottavi di Europa League- scaccia l’incubo delle due terribili disfatte toscane (3-1 a Siena e 4-0 a Firenze). Stramaccioni finalmente azzecca la mossa: pesca dalla panchina un redivivo Schelotto che segna il gol del pareggio e lo dedica prima a Gesù e poi ai suoi sei fratelli in tribuna, arrivati direttamente dall’Argentina.Parla quasi esclusivamente l'argentino il Catania di Maran che con l’ennesimo blitz esterno, quello di Parma, ora è a soli 3 punti dal Milan. Il presidente etneo Pulvirenti lo aveva predetto sette giorni fa: “Raggiunta la quota salvezza adesso i nostri programmi cambiano”. Applausi a questo Catania che va a caccia di un posto comodo sull’Eurostar.Applausi anche alla Roma del supplente Andreazzoli che sta oscurando lo spettro di mastro Zeman (premiato con Conte, Panchina d'argento per il boemo): dopo la Juve i giallorossi si prendono la soddisfazione di andare ad inguaiare l’Atalanta nella tormenta di Bergamo. La squadra di Colantuono non sa più vincere e deve stare attenta perché dalle retrovie parecchie delle squadre in crisi danno segnali di incoraggiante ripresa. Una di queste è la Samp che Delio Rossi aveva preso in stato pietoso e la sta portando a una salvezza più che tranquilla. Non può dire lo stesso Malesani che ha avuto solo tre partite per cercare di risanare la situazione avvilente del Palermo. Il tecnico veneto ha ottenuto tre pareggi e il Re dei “mangiallenatori”, il presidente Zamparini ha pensato di mandare a richiamare Gasperini, forse memore della “puntata” fatta un mese fa: “Scommetto 5mila euro che resterà con noi fino a giugno...”.Non è dato ancora di sapere invece quanto resterà recluso nel carcere del Buoncammino il presidente del Cagliari Massimo Cellino, ma dalle sue prigioni può almeno consolarsi con le prestazioni eccellenti della squadra sarda che trascinata dal bomber Sau e da capitan Conti si sbarazza anche del Torino. Spettacolare 4-3, ma per pochissimi, nel "deserto" (partita a porte chiuse) dell’Is Arenas, più che una partita di calcio questa è palla prigioniera.
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