martedì 11 novembre 2014
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«Quando conducevo era uno dei giudizi a cui tenevo. E che temevo di più. Una signora piena di garbo e di intelligenza». Il tweet del direttore di Raitre Andrea Vianello, riassume la stima e l’affetto che in tanti addetti ai lavori, artisti, direttori di rete, ma anche comuni lettori e telespettatori stanno esprimendo sui social per la critica televisiva Mirella Poggialini scomparsa domenica. «I suoi giudizi erano importanti per capire l’impatto di un nuovo programma – racconta all’Avvenire Vianello –. Lei sa- peva essere severa, e al tempo stesso molto garbata perché sapeva come si lavora in tv, quindi era rigorosa per ciò che riguarda la serietà del mezzo televisivo che può essere molto invasivo». Altri direttori di rete la ricordano con riconoscenza, come Paolo Ruffini, alla guida di Tv2000, per cui la Poggialini «non si è mai rassegnata a che la tv fosse un mezzo senza contenuto. Con rigore e severità richiamava quelli che fanno tv sull’importanza del linguaggio. La animava una passione per il mezzo, senza mai dimenticare cosa il mezzo avrebbe dovuto veicolare, tendeva sempre verso il di più e il profondo». E mentre per il direttore di Canale 5 Giancarlo Scheri, «abbiamo perso un punto di vista sempre originale e controcorrente, un contributo utile per il nostro lavoro», il direttore di Raiuno Giancarlo Leone ammette: «Ne apprezzavo molto il rigore e la capacità di interpretare la televisione con uno sguardo appassionato ed intelligente senza personalismi, con la giusta dose di relativismo culturale». Rattristato il conduttore  Carlo Conti: «Abbiamo perso una persona di grande livello, attenta e mai banale. Nelle sue osservazioni pertinenti ti faceva notare che anche quando remavi verso il giusto, qualche remata poteva essere fatta meglio. Quando è costruttiva e autorevole, la critica è importante per farti crescere». «Mio padre Ettore ed io le eravamo affezionatissimi – ricorda Luca Bernabei Ad della casa di produzione Lux Vide –. Mi hanno sempre colpito il suo garbo e il suo acume uniti a una gigantesca professionalità. Aveva una capacità di analisi in cui sempre era presente il rispetto non solo dell’uomo ma delle “creature”. È stata chiamata a fare un mestiere “pericoloso”, quello della critica, e lo faceva con amore. Anche quello un segno che lei credeva in qualcosa di più Alto». Massimo Bernardini, conduttore di Tv Talk di Raitre, ha lavorato per anni con Mirella Poggialini sia ad Avvenire  sia all’allora Sat2000, nutrendo una lunga amicizia e «ricordando le battaglie del centralino Pronto Tv con cui aprimmo sull’Avvenire un filo diretto coi telespettatori». E prosegue: «La sua tenacia nell’affrontare la vita e la professione ha testimoniato il senso di dignità e di maestà del lavoro come forma dell’esistenza. E poi c’era l’intransigenza unita però a una grandissima finezza intellettuale. Tutti noi che facciamo televisione dobbiamo molto alla sua nettezza, alla sua non ambiguità grazie a cui tutti siamo potuti crescere». Per la carta stampata, anche il critico tv del Corriere della sera Aldo Grasso, ammette che la Poggialini «sulla pagina mascherava dietro un apparente candore un punto di vista molto forte». Il direttore di Tv, Sorrisi, Canzoni Aldo Vitali,  rimpiange la collaboratrice «amatissima dai lettori della rubrica La pagella di Mirella, aveva uno stile molto soave ma aveva le unghie. Sapeva graffiare in modo molto intelligente, era acuta e arguta, aveva senso dell’umorismo, ma non faceva sconti a nessuno ». Affettuoso anche il ricordo di Massimo Donelli,  già direttore di Sorrisi  e di Canale 5, che rimpiange «una persona meravigliosa. Colta. Ironica. Cordiale. E con una capacità di resistere al dolore letteralmente eroica. Con grande dignità ha affrontato momenti terribili. Era rispettata dalle star della tv e amata dai lettori».
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