venerdì 26 ottobre 2012
COMMENTA E CONDIVIDI
Trent’anni di musica non sono pochi, spe­cie per una band: ed è quindi normale che per gli Stadio la faccenda sia un e­vento, fatto di più eventi, dal cd in uscita con tre inediti e i brani storici live con orchestra sino al tour teatrale 2013. Passando per i gala previsti il 24 novembre a Ro­ma (già sold-out) e il 12 dicembre a Bologna, e persi­no un’applicazione con ma­teriali inediti, news, video e auguri dal mondo della mu­sica.
Ma siccome gli Stadio sono la band nostrana più vicina alla canzone d’auto­re, non è solo di festa che si parla con Gaetano Curreri (voce e autore del gruppo): si parla anche di realtà. Fin dal commento al primo i­nedito del disco 30 i nostri anni , che si intitola appun­to I nostri anni ed è cantato col coautore, il giovane Fa­brizio Moro. «Non è per ca­so primo singolo e video – dice Curreri. Lo consideria­mo il nostro Dio è morto. È un dialogo fra generazioni, come la nostra musica. In esso lui, trentenne, segnala dubbi, difficoltà, paure di un mondo che vede sgreto­larsi. Fino a dire della 'Man­canza di fede da parte di un prete' che è solo provoca­zione, come il 'Dio è mor­to' di Guccini. Tanto che anche qui c’è il Dio che ri­sorge: nel mio punto di vi­sta di sessantenne creden­te, con la certezza della pre­senza di Cristo fin dal quo­tidiano.
Perché la risposta degli Stadio alla disperazio­ne di troppi giovani è l’invi­to a credere in tanti esempi forti». Tanto che nel live ci sono apposta Per la ban­diera dedicata ai martiri della strage di Capaci, Gae­tano e Giacinto dedicata a Facchetti e Scirea, e anche il brano su Pantani. «Un giorno – ricorda Curreri – il responsabile di una comu­nità di recupero dalla dro­ga mi disse che lo faceva a­scoltare sempre perché i ra­gazzi non sottovalutassero la dipendenza. Se non era riuscito a vincerla un cam­pione... ». Insomma, gli Stadio voglio­no festeggiare parlando dell’oggi e rilanciando sui valori. «Senz’altro. Del resto dopo l’ictus che mi colpì sul palco nel 2003 mi sento io per primo più conscio di tante cose, che vogliamo far uscire anche in musica».
Però la festa ci sarà: a Bolo­gna con Carboni (che torna a scrivere per gli Stadio nel secondo inedito, Bella), Morandi, Ron e alcuni ex del gruppo; e a Roma con Moro, Noemi, ma anche Zoff (amico di Scirea) e Ti­na Montinaro (vedova del capo scorta di Falcone). Nonché Carlo Verdone «senza il quale non sarem­mo qui. Nell’81 ci sentì suo­nare con Dalla e volle i no­stri pezzi nella colonna so­nora di "Borotalco". Uno era "Chi te l’ha detto", il primo fatto con Lucio quando mi "minacciò" pur di spronar­mi a fare l’autore. L’abbia­mo ripreso anche nel cd, ma sino all’81 neppure Lu­cio era riuscito a farcelo in­cidere ». Lucio, già: perché nel tren­tennale c’è pure dolore. «E profondo. Abbiamo perso Bigazzi che con noi ha scritto di Marco Pantani, Roversi, grande visionario cui dedicherò il prossimo progetto con sue poesie i­nedite, e Dalla. Il maestro. Lo ricordiamo col terzo i­nedito, Dall’altra parte del­l’età ». E dopo i 30 anni? «Be’, tornerò a scrivere con Vasco… Sta bene, è pronto, è un altro amico: cui dob­biamo il non esserci sciol­ti qualche anno fa».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: