giovedì 23 aprile 2020
Il tenore bolognese Cristiano Cremonini cambia nome e si converte al pop lanciando un toccante brano ispirato a una profetica lettera di Lucio: «Un musicale e ideale ponte tra mondi e generazioni»
Cris La Torre, quel caffè sospeso dalla finestra di Dalla
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«Più che una finestra era un buco / Uno squarcio di cielo nel cielo / Ma lì ero libero però e irraggiungibile». Da quei versi iniziali della nostalgica e autobiografica Agnese Dellecocomere a una nuova ideale finestra sul mondo di Lucio. A spalancarla è il tenore bolognese Cristiano Cremonini, in arte Cris La Torre. Doveva essere il suo toccante omaggio a Dalla lo scorso 4 marzo, a otto anni dalla scomparsa. È uscito invece ora il videoclip di Dalla finestra di Lucio, brano ispirato da una lettera scritta dal cantautore bolognese nell’estate del 2010 e rimasta nel cassetto dell’amico editore e docente universitario Roberto Mugavero che decise di pubblicarla l’anno dopo la scomparsa di Dalla.

«Quella lettera doveva essere la prefazione di Dalla a un libro dedicato alla vita del professor Andrea Emiliani, ex sovrintendente dei Beni storici e artistici di Bologna – spiega Cremonini –. Quel libro però non uscì e Lucio morì improvvisamente il 1° marzo 2012. Mugavero la inserì allora a chiusura del libro di Gianfranco Baldazzi Lucio Dalla. L’uomo degli specchi uscito nel 2013 ed edito dalla Minerva di Mugavero. Quella lettera sembra scritta apposta per questo incredibile e drammatico periodo in cui molti di noi sono affacciati a scrutare questa vita un po’ sospesa in attesa di tornare nelle piazze. Rileggendola, mi ha ispirato di getto Dalla finestra di Lucio, una immaginaria riflessione che Dalla fa dalla sua finestra come se fosse un ponte tra i due mondi».

Con una ventennale carriera di cantante lirico alle spalle (dal Teatro alla Scala alla Concertgebouw di Amsterdam, dalla Opernhaus di Zurigo al Municipale di San Paolo del Brasile) Cremonini aveva debuttato nel pop due anni fa con l’album Tempo presente in cui aveva già omaggiato Dalla reinterpretandone Piazza Grande e Caruso, brano che cantò in veste di tenore dieci anni fa con lo stesso Dalla presente al Maxiconcerto per la Basilica di Santo Stefano insieme al gotha della scena musicale bolognese. «Quella volta fui invitato come rappresentante della scena lirica cittadina – ricorda Cremonini –. Con Lucio ebbi qualche altra occasione di incontro collettivo, ma il mio grande sogno sarebbe stato poter prendere un caffe con lui al Gran Bar della sua via D’Azeglio, dove abitava. Cosa che faccio adesso in un breve video spot, ma soltanto con il suo sosia ufficiale, Vito D’Eri».

Accanto al video di Dalla finestra di Lucio (realizzato dalla giovane regista Federica Lecce e che vede la partecipazione dello storico chitarrista di Dalla e degli Stadio Ricky Portera) era stato infatti girato un breve filmato da trasmettere in occasione dei festeggiamenti dello scorso 4 marzo, poi saltati per l’emergenza coronavirus. «Il concerto live lo faremo quando sarà possibile, terminata questa emergenza sanitaria globale – dice Cremonini, il cui nuovo brano (presente su tutte le piattaforme digitali distribuito dall’etichetta discografica Mega Dischi/PMS Studio) è stato arrangiato dal giovane musicista e produttore Rod Mannara –. Ma in accordo con la campagna #laculturanonsiferma abbiamo deciso di fare uscire il singolo in questo periodo in cui tutti noi dobbiamo restare a casa. Anche il messaggio positivo di Dalla ci aiuterà a superare questo momento difficile. In questa canzone divento il portavoce di Lucio, il narratore, perché esprimo una sua profonda riflessione: la finestra di Lucio è una zona franca, un luogo fuori dal tempo, un ponte sull’aldilà dal quale lui, traboccante di curiosità e amore, si affaccia per scorgere, ascoltare e abbracciare l’umanità intera nella sua frenesia costante, misteriosa e incessante». «Apro la finestra, è ancora buio / Butto un urlo per strada, ma non risponde nessuno» cantava ancora Dalla in 1983, la title track dell'omonimo album uscito per festeggiare i suoi 40 anni. Sospeso allora, da figlio della guerra, come noi adesso-

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