martedì 8 dicembre 2020
A due anni della tragedia in discoteca che provocò 6 vittime e 149 feriti il comitato dei genitori lancia il un cortometraggio in cui i giovani sopravvissuti chiedono un divertimento in sicurezza
Strage di Corinaldo, ora parlano i ragazzi

La sera dell’8 dicembre 2018 una mamma e cinque ragazzi rimangono vittime della calca creata da un gesto assurdo, lo spruzzo di una bomboletta di spray urticante, mentre la folla attende l’inizio di un concerto, alla Lanterna Azzurra di Corinaldo. Il panico si crea in un attimo, una delle porte di sicurezza è bloccata e l’unica via d’uscita è su un ponticello a cui cedono i supporti laterali facendo precipitare le prime persone uscite nel fossato sottostante a causa della pressione del resto della gente. Sei vittime, circa 149 feriti e un locale fuori norma.

Comincia così la storia di una rinascita e di una riflessione di un gruppo di adolescenti presenti quella sera, in cui Eleonora Girolimini, Asia Nasoni, Emma Fabini, Daniele Pongetti, Benedetta Vitali e Mattia Orlandi persero la vita. Da qui parte il docufilm Parlare nel silenzio, nascita di un manifesto, voluto da CO.GE.U, il comitato di genitori che si è costituito a Senigallia a seguito di quella tragedia e che è poi evoluto in Associazione aperta anche ai ragazzi, dove giovani e adulti collaborano per un unico scopo: un divertimento più sicuro per fare sì che un fatto simile a quello di Corinaldo non accada mai più. Ambientato nella discoteca MamaMia di Senigallia e diretto dal regista Tommaso Luzi, lo short film viene diffuso oggi, a due anni esatti da quel terribile giorno, inseme al Manifesto, sul sito dell'associazione del genitori CO.GE.U. Qui sotto il docufilm completo.

Attraverso le voci e le interviste ai ragazzi, i veri protagonisti di questa storia, Parlare nel silenzio, nascita di un manifesto racconta che cosa è stato fatto da allora, mettendo in luce, oltre al ricordo di chi non c'è più, l'atteggiamento positivo e costruttivo delle persone coinvolte che da un'esperienza dolorosa hanno saputo trarre l'opportunità di realizzare una serie di progetti utili alla loro generazione. Iniziative capaci di contagiare altri giovani e che, partendo dall'assunto “da un concerto si esce senza voce, non senza vita”, sono culminate nella stesura del Manifesto del divertimento in sicurezza, redatto con la collaborazione di OneDay e ScuolaZoo e vero fil rouge della testimonianza video. La richiesta degli associati e dei ragazzi, all’indomani dell’8 dicembre 2018, è soprattutto uno strumento efficace che getti le basi per allinearsi con regole ad una gestione ragionata e in sicurezza di eventi e appuntamenti in cui sono coinvolti minori.

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