lunedì 16 dicembre 2013
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L’uscita sul mercato natalizio di tre importanti album dal vivo come quello "cubano" di Zucchero, quello registrato da Jovanotti negli stadi e quello realizzato da Franco Battiato in condominio con Antony (orfano dei suoi Johnson) all’Arena di Verona accende l’ultimo riflettore su una stagione estiva andata, quanto a presenze, ben oltre le aspettative. Ma non per questo capace di evitare, soprattutto da parte degli artisti italiani, un surplus di offerta difficilmente comprensibile in termini strettamente commerciali.La moltiplicazione di concerti più eclatante è quella di Zucchero, passato con un colpo di bacchetta magica dalle tre repliche della sua Sesión Cubana pianificate inizialmente all’Arena di Verona a 21 in tutta la Penisola richiamando 117.254 spettatori complessivi a fronte di una disponibilità di 164.715 posti, con una media di 5.584 presenze a concerto. Biglietti omaggio inclusi. Ottimo risultato, visto l’altissimo numero di esibizioni in calendario. Quel che stupisce è la marea montante di "esaurito" vantata dal soulman di Roncocesi sul proprio sito internet, con ben 50 "sold out" su 64 show – da Tahiti a Chieti, da Parigi a Sydney – e percentuali, quindi, di affluenza che neanche Lady Gaga. Di qua dalle Alpi, ad esempio, La Sesión Cubana Tour avrebbe collezionato 16 tutto esaurito su 21 show. Ma a ben guardare figurano al completo pure strutture come il Palaolimpico di Torino, che a borderò riporta 5.761 spettatori contro una capienza di 10.500 posti, o l’Unipol Arena di Bologna, 4.943 spettatori contro i 12.000 posti disponibili.E l’elenco delle "discrepanze" sarebbe lungo. Visto che il fenomeno non riguarda solo Zucchero, c’è da chiedersi a cosa servano surplus di grandeur del genere. Altro esempio emblematico è quello di Jovanotti, in scena quest’estate per 13 notti in 12 stadi (il doppio dei concerti pianificati da un primatista assoluto del genere quale Vasco Rossi) che hanno richiamato ben 375.616 spettatori a fronte, però, di una capienza complessiva di 487.000 posti, con una media di 28.894 presenze a replica e situazioni di particolare sofferenza al Velodromo "Paolo Borsellino" di Palermo, 14.272 spettatori, e alla Fiera di Cagliari, 13.988. Al Sud, infatti, oggi come oggi cinque concerti in grandi spazi come quelli pianificati da Lorenzo – a Bari, Salerno, Palermo, Pescara, Cagliari – risultano un rischio commerciale, anche se per contro è giusto portare la grande musica dove spesso non arriva. Emblematico il fatto che l’agenzia con cui il cantante cortonese organizza i suoi concerti, dopo aver pubblicamente dichiarato che l’obiettivo del tour era quello di vendere 400 mila biglietti, si sia rifiutata di fornire i dati effettivi d’affluenza.Con la grande presa sul pubblico che si ritrova, un calendario appena più fisiologico avrebbe regalato a Jovanotti stadi straboccanti. A cominciare dall’Olimpico di Roma dove i pur notevolissimi 47.910 spettatori guardano da lontano i 60.963 richiamati dai Muse. Insomma un "Lorenzo negli Stadi" che fa il paio con gli esiti Auditel dello speciale televisivo In questa notte fantastica realizzato per RaiUno col materiale girato su e giù dal palco; andato discretamente ma, con una media di ascolti del 13,08 per cento, inferiore di 4-5 punti a quella abituale della rete. Due eccessi di esuberanza che Lorenzo dovrà tenere in considerazione nel momento in cui si troverà a pianificare, come sembra, il suo nuovo giro di concerti negli stadi dell’estate 2015. E così pure Tiziano Ferro (sempre nel 2015), Biagio Antonacci, Modà e tutti gli altri intenzionati a seguirne le tracce già la prossima stagione. Comunque ieri Jovanotti, che ha annunciato il suo stop «per almeno un anno», ha tenuto forse il suo concerto più bello cantando a Trieste, con generosità e senza tanti clamori, con i ragazzi disabili della onlus Calicanto per i due anni dalla morte del 19enne Francesco Pinna, travolto dal palco che montava per un suo concerto.
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