mercoledì 10 dicembre 2014
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La battaglia delle commedie natalizie sta per iniziare. A quattro anni di distanza da La banda dei babbi Natale, Aldo Giovanni e Giacomo, insieme a Morgan Bertacca, (esordiente alla regia ma da vent’anni al fianco del trio) ritornano al cinema con Il ricco, il povero e il maggiordomo, in uscita domani in ben seicento sale. Con un titolo che strizza l’occhio alla commedia anni ’50 il trio sceglie una storia senza equivoci piena di gag e luoghi comuni. Giacomo (Poretti) è un ricco finanziere che ama investire in territori ad alto rischio. Ha una moglie (Sara D’Amario) ossessionata dalla chirurgia estetica e un figlio, Giangiacomo. Tra golf e telefonate Giacomo ha poco tempo se non quello di pensare a se stesso e alla sua passione per la poesia italiana per la quale è disposto a spendere senza battere ciglio cifre da capogiro per un’edizione originale di Ungaretti. Nella sua villa vivono Giovanni (Storti), suo fedele maggiordomo appassionato alle arti giapponesi, e la venezuelana Dolores (Guadalupe Lancho), una coppia che vive in segreto una storia d’amore. Un giorno durante una manovra contromano imposta da Giacomo al suo maggiordomo la macchina investe Aldo (Baglio), un venditore ambulante senza le licenze necessarie. Un incontro-scontro che darà vita a tanti eventi. E mentre la finanza sequestra ufficio, casa e macchina Giacomo e Giovanni saranno costretti ad accettare l’invito di Aldo a vivere nella sua casa di periferia con la madre (Giuliana Lojodice). Il contrasto tra una vita agiata e una vita semplice, tra la Diamond Tower milanese e gli interni senza spazi delle case popolari è il forte richiamo alla realtà di oggi. «Nel pensare i nostri film – spiega Giovanni – è inevitabile che siamo contaminati da quello che succede attorno a noi. Il film parla di crisi, di investimenti finanziari sbagliati, di uomini arroganti e ingordi ma non è una storia sulla crisi. Piuttosto parla della solidarietà che la crisi può generare. Una solidarietà che aiuta a comprendere come si possa ritornare a riprendere in mano la propria vita senza la necessità di ritornare ai precedenti agi». Agi cui Aldo, incapace di mantenersi economicamente, sembra non voler mai desiderare. Lui, con un passato sentimentale che lo blocca nella vita di ogni giorno, investe tutta la sua passione e ottimismo in una squadra di calcio parrocchiale composta da cinesi, africani, russi. E se la prima parte del film risulta più lenta e poco originale, il trio comico riesce a ridare, nella seconda parte, una vitalità diversa al film. Dalla love story tra Giovanni e Dolores, che decide di ritornare al suo Paese perché Giovanni non riesce a impegnarsi per un serio futuro matrimoniale, alla preparazione finale e quasi temporanea di due eventi opposti, entrambi curati dal parroco (un simpatico Massimo Popolizio), Il ricco, il povero e il maggiordomo è una commedia lontana dallo stile e dal linguaggio dei cinepanettoni, che tenta di raccontare le umane debolezze e i buoni desideri per far sorridere un pubblico che sceglie il cinema, soprattutto a Natale, per trascorrere due ore di intrattenimento. «Siamo felici che il nostro sia visto da tantissimi spettatori, ma noi veniamo dal cabaret e non temiamo concorrenti se non I pinguini», scherza Giacomo.
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