martedì 24 settembre 2013
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Ci sono i segni della fine di una tormentata stagione commissariale, ma anche quelli della profonda crisi dei consumi che ha colpito tutti i settori. E così l’Annuario dello spettacolo 2012 della Siae, presentato ieri a Roma, serve solo a mettere nero su bianco un calo già noto agli addetti ai lavori, «ma che – ammette il vicepresidente Filippo Sugar – la freddezza dei dati rende ancora più evidente». Segno meno quasi dappertutto, a cominciare dal numero di spettacoli proposti che subisce una flessione dello 0,78%. Solo l’attività concertistica e il cinema hanno aumentato l’offerta (rispettivamente +0,47% e +0,27%), ma proprio il grande schermo, che da solo copre il 70% di tutti gli spettacoli allestiti in Italia nel 2012, lamenta le maggiori contrazioni rispetto al 2011. Volume d’affari, spesa del pubblico e botteghino segnano tutti un calo non inferiore all’8,50%, mentre gli ingressi diminuiscono del 10,68%. Aumentano solo le presenze alle manifestazioni che non prevedono biglietti. L’indicatore delle presenze sale anche nel caso delle attività concertistiche, soprattutto per la musica leggera (+12,85%), ma che non fa testo quando si tratta di fare cassa: anche il volume d’affari del settore live scende di dieci punti, nonostante «il prezzo dei biglietti a livello europeo – spiega ancora Sugar – rimanga tra i più bassi». Sempre più ristretto l’interesse verso la musica classica, che a fronte di un aumento della proposta registra un calo al botteghino dell’8,07% mentre gli ingressi diminuiscono del 5,18%. Questa volta non fanno gioco neanche le presenze, che anzi scendono più del 30%.Numeri impietosi anche per l’attività teatrale, che però può salutare con fiducia, alcune delle poche aree che tengono. La lirica sembra un pianeta a sé: ingressi a parte (+0,80%), il settore registra +5,16% di spesa al botteghino e +4,17% di spesa del pubblico (guardaroba, prevendita, prenotazione tavolo, ecc.), per un aumento complessivo del volume d’affari di oltre mezzo punto. Stabile anche il balletto, che non riesce ad aumentare il volume d’affari, ma vede crescere sia gli ingressi sia i numeri del botteghino. Diverso il caso del circo: pur avendo diminuito l’offerta del 10%, è riuscito chiudere l’annus horribilis con un aumento degli incassi al botteghino del 34,69%, vedendo crescere il proprio volume d’affari del 37,47%. Guardando allo sport la situazione rimane invariata. Si tratta del settore che genera il volume d’affari più alto tra i comparti dello spettacolo (il calcio da solo ne costituisce il 27,32%), e vede in calo tutti gli indicatori (spesa del pubblico a parte). Le buone notizie vengono da mostre ed esposizioni, il settore che assieme alle manifestazioni con pluralità di generi ha risentito di meno degli effetti della crisi. Gli ingressi crescono del 0,52%, il volume d’affari del 22,06% mentre la crescita delle presenze supera il 100%, ma nel conto rientrano anche manifestazioni non culturali come ad esempio le fiere espositive (per expò 2015 sarà creato un settore di studio ad hoc). In via del tutto eccezionale, e complici i tre mesi di ritardo (in genere l’annuario viene presentato in giugno), Marina Landi, direttore della divisione servizi della Siae, ha concesso qualche anticipazione sui dati dell’anno in corso. E la situazione è più o meno la stessa: salgono i concerti pop ma non di molto, la lirica continua a tenere così come il calcio che ha visto un incremento. Anche il cinema si sta riprendendo, ma pare abbia cominciato malissimo.
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