venerdì 13 aprile 2018
Ai sorteggi per la semifinale di Champions League il replay della partita che fece storia il 30 maggio 1984.
Roma-Liverpool: li aspettiamo da 34 anni. Ma che non finisca ai rigori
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La Roma affronterà il Liverpool nella semifinale di Champions League. I giallorossi giocheranno l'andata della semifinale a Liverpool e il ritorno in casa all'Olimpico. Per molti appassionati è la rivincita della finale del 30 maggio 1984, finita ai rigori 4-2. L'altra semifinale è Bayern Monaco-Real Madrid. Le sfide in programma il 24-25 aprile e l'1-2 maggio. In Europa League Marsiglia-Salisburgo e Arsenal-Atletico Madrid. L'andata si giocherà giovedì 26 aprile, il ritorno il 3 maggio.

Un incubo, anzi per noi romanisti l’incubo (sportivo). Trentatré anni fa. Fu notte di sogni, di coppe di campioni e per di più in casa nostra, nella Capitale, ma finita in lacrime (sportive): la madre di tutte le Coppe sfilata via all’ultimo rigore, dopo che loro il primo lo avevano anche sbagliato e noi già stavamo per andare ad alzarla, il 30 maggio 1984. Mai nessuno prima aveva vinto la Coppa dei Campioni ai tiri dal dischetto.

Perciò da quella sera i Red Devils, come li chiamano, sono una specie di incubo ricorrente per chi porta la Roma nel cuore. Perciò cosa si è provato, poco fa, avendoli visti uscire dall’urna accoppiati alla Roma è proprio difficile da raccontare. L’animo da centurioni non vedeva l’ora d’averli di nuovo di fronte almeno in semifinale, sebbene preferisse incontrarli nell’eventuale ultimo atto proprio come allora, e la possibilità di vivere un secondo incubo suggeriva Real o Bayern. Buona la prima. Il sorteggio ha deciso Liverpool-Roma, andata ad Anfield Road (il mitico stadio della città inglese), Olimpico al ritorno. Stavolta non una partita, ma due e chissà se sarà stato meglio.

Chi la visse, non dimentica quella notte, si riaffaccia in testa anche soltanto a sentir parlare dei Beatles. I diavoli rossi passarono in vantaggio col gol di un gran terzino (ora si chiamerebbe “esterno basso”), Phil Neal, e pareggiò poco dopo “il bomber”, Roberto Pruzzo. Fu uno a uno fino alla fine dei novanta regolamentari e poi dei supplementari, infine toccò a quei maledetti rigori e la Coppa se ne andò oltre Manica. Fu davvero, insomma, notte di sogni, coppe, campioni. Ma anche niente sonno. Girovagando per ore silenziosi e tramortiti con quel sogno sfilacciatosi tra le nostre mani.

Non sarà finale, stavolta. E, come allora, partiamo col pronostico a favore loro. Ma tutto si può sempre fare, a patto che si metta in campo per centottanta minuti (più recuperi ed eventuali supplementari) umiltà feroce, cuore saldo e determinazione infinita. Adesso ci crediamo (un pochino). Sappiamo sarà dura e ci sarà da soffrire, sappiamo sarà doppia sfida lunga e al cardiopalma.

Una sola preghiera: vada come deve andare, ma, per carità, l’epilogo non sia di nuovo affidato ai rigori. Quasi meglio perdere velocemente (quasi…), che stavolta assistere ai tiri dal dischetto renderebbe il coccolone praticamente inevitabile. E stavolta noi sopra i cinquanta al fischio finale dei supplementari ce ne andremmo a fare due passi e si torna solo a cose fatte con le squadre negli spogliatoi.

Ultima annotazione. Nel turno appena passato, un giornale catalano dopo il sorteggio aveva titolato esultante che al Barcellona era capitato «un cioccolatino romano». Poi andato un tantino di traverso ai blugrana. Dopo l’approdo in semifinale dei giallorossi, l’allenatore del Liverpool, il tedesco Jurgen Klopp ha commentato «pensavo fosse uno scherzo». E ha riso. Già. Chissà che alla fine, il 2 maggio prossimo, a tarda sera non glielo si sia fatto a lui…

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