venerdì 6 dicembre 2019
Sembrava che finalmente si potesse arrivare a una svolta e a un processo per gli assassini ma il magistrato titolare dell’inchiesta è stato spostato ad altra procura. L'appello della sorella Donata
Denis Bergamini aspetta ancora giustizia. I suoi assassini ancora non sono andati a processo

Denis Bergamini aspetta ancora giustizia. I suoi assassini ancora non sono andati a processo

COMMENTA E CONDIVIDI

«Devo accettare che il nostro sistema giudiziario prevede tre gradi di giudizio e che anche per i peggiori reati esistono gli sconti di pena, però chi ha ucciso mio fratello e chi ha mentito ha beneficiato di un bonus di trent’anni di impunità mentre la mia famiglia è stata punita nel modo più atroce e disumano. Sono veramente stanca di aspettare, ma nutro fiducia nell’operato del procuratore Facciolla. Chiediamo verità e giustizia per Denis: l’aspettiamo da trent’anni, non possono negarcela».

Questo è stato l’ultimo accorato appello lanciato dalle colonne di Avvenire (il 14 novembre scorso) da Donata Bergamini, sorella di Denis Bergamini, il calciatore del Cosenza assassinato il 18 novembre 1989 in circostanze misteriose e che da allora sono al vaglio degli inquirenti. In questi giorni, dopo tre decenni di insabbiamenti, assurdi depistaggi e falsità profuse in serie industriale, la giustizia stava facendo assai bene il suo corso, grazie al lavoro certosino intrapreso quattro anni fa dal procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla, il quale aveva accolto la richiesta di riapertura delle indagini sulla morte di Bergamini, avanzata del legale della famiglia del calciatore, l’avvocato Fabio Anselmo.

Sembrava si fosse davvero a un punto di “svolta”, quando è arrivata la notizia spiazzante (mortificante per la famiglia Bergamini) del trasferimento del procuratore Facciolla: il magistrato titolare dell’inchiesta per la morte di Bergamini è stato spostato alla procura di Potenza su richiesta della sezione disciplinare del Csm.

Una situazione preoccupante: la verità sul caso Bergamini si allontana ancora? Il dubbio atroce che ha fatto scattare la mobilitazione popolare che, oggi, a Cosenza vedrà la partecipazione della famiglia Bergamini e i tifosi del club calabrese che (alle ore 15,00) si ritroveranno all’ingresso del Tribunale, per manifestare contro questa decisione sorprendente.

Un trasferimento quello di Facciolla che ha lasciato assai dispiaciuti anche gli abitanti di Castrovillari i quali oggi prenderanno parte al sit-in di Cosenza guidati dal loro primo cittadino, il sindaco Domenico Lo Polito. Castrovillari rimpiange, quanto la famiglia Bergamini, la grande professionalità del procuratore Facciolla lei cui indagini avevano accertato, una volta per tutte, che il 27enne centrocampista del Cosenza non si era affatto suicidato (alla vigilia della gara contro il Messina che non avrebbe mai saltato per nulla al mondo) gettandosi sotto un camion che transitava sulla Statale 106 in località Roseto Capo Spulico, ma vi era stato gettato dopo che mani ignote l’avevano ucciso.

Assassini che probabilmente lo avevano prelevato a forza al cinema di Cosenza dove era andato a vedere un film assieme ai compagni di squadra (era sabato e quindi in ritiro).

Questo e molto altro era ormai chiaro al procuratore Facciolla e ai suoi collaboratori che avevano proceduto a indagare tre persone per la morte di Bergamini: due per concorso in omicidio, Raffaele Pisano (il camionista), Isabella Internò, ex fidanzata di Denis e il poliziotto Luciano Conte (marito della Internò) accusato di favoreggiamento.

Da Cosenza questo sabato, 7 novembre, partirà ancora l’ennesimo appello: «Verità e giustizia per Bergamini».





© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI