martedì 23 aprile 2013
COMMENTA E CONDIVIDI
«Beato chi attende il domani, chi sa aspettare, chi spera». Piaceranno senz’altro a Francesco, il Papa che della speranza ha fatto uno dei punti fermi del suo magistero, questi versi di Charles Péguy, rivisitati dal regista e autore Gian Filippo Belardo e interpretati da Debora Caprioglio. Così come pensiamo che sarebbe piaciuto al grande autore francese, convertitosi al cattolicesimo nel 1907, il Pontefice venuto dall’Argentina, così vicino al sentire del popolo di Dio, ma anche capace di citare "colleghi" dello stesso Péguy come Léon Bloy e Joseph Malégue. E allora appare davvero opportuna la decisione dello stesso Belardo di dedicare al Vescovo di Roma la sua Ballata a due voci per Papa Francesco, ispirata all’opera di Péguy, che debutterà questa sera (primo recital al mondo dedicato al Pontefice) nella chiesa dell’Istituto Nazareth, in via Cola di Rienzo a Roma, con inizio alle 19.Una delle due voci recitanti sarà Debora Caprioglio, attrice nota al grande pubblico, che da qualche anno ha riscoperto la fede e che quindi si dice «felicissima e anche parecchio emozionata» di interpretare il recital, insieme a Gioietta Gentile. «La proposta mi ha subito colpito – afferma – perché rispecchia l’insegnamento del Papa e con un linguaggio semplice ma profondo offre spunti di riflessione soprattutto a chi non crede o si è allontanato dalla pratica della fede, come era accaduto a me in una fase precedente della mia vita».Al centro dell’opera, come del magistero di Papa Francesco, vi sono infatti la carità e la speranza. Nella rappresentazione scenica esse passano attraverso il dialogo delle due attrici protagoniste e palesano i pensieri di chi soffre a causa del presunto "silenzio di Dio", un’"assenza" (che in realtà è una diversa forma di presenza) talvolta sperimentata anche dai santi. «Sorgono allora spontanee – spiega Caprioglio – le domande che almeno una volta nella vita abbiamo posto anche noi a Gesù: "Perché non sei più qui? Perché non ti manifesti? Perché c’è il male nel mondo?". E qui viene in soccorso la speranza, l’attesa che nel lavoro viene raffigurata attraverso l’atmosfera notturna. La notte è infatti come la culla della speranza, prima che sorga il nuovo giorno».Il recital ha la durata di 50 minuti e sarà accompagnato dalle musiche originali di Roberta Bartoletti eseguite all’organetto dalla stessa musicista. Testi originali e regia sono di Gian Filippo Belardo, il quale, per lasciare più spazio alla parola letta e recitata, ha sperimentato durante le prove anche una versione con le due voci recitanti quasi in ombra rispetto allo sguardo del pubblico.«È importante ciò che viene detto, non chi lo dice – sottolinea Debora Caprioglio – Quest’opera infatti parla molto del rapporto tra Dio e gli uomini e le donne del nostro tempo». L’attrice afferma anche di aver provato «una viva commozione durante le prove». «Mi ha ricordato da vicino La Bottega dell’orefice di Giovanni Paolo II e sono felice che si inserisca nel mio percorso di approfondimento della fede».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: