venerdì 1 agosto 2014
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Storia e memoria si intrecciano nelle immagini del tratto di fronte che ha interessato Plava, la prima testa di ponte italiana e il primo attraversamento dell'Isonzo. I nostri soldati lo fecero con ponti di barche in presenza del nemico. Era il 9 giugno del 1915. In questa zona di guerra morti, feriti e dispersi furono migliaia. I caduti vennero raccolti in due grandi cimiteri di guerra e uno di questi è quello dove si trova la Cappella di San Luigi che un gruppo di appassionati di storia hanno deciso di recuperare con numerose iniziative. Tra queste la riedizione del diario di guerra di Mario Muccini, tenente della Brigata Caltanissetta dal titolo “Ed ora andiamo! Il romanzo di uno scalcinato” che contribuirà a salvare dal degrado il luogo dove nell’inferno della Grande Guerra i soldati si affidavano a Dio. La cappellina è stata eretta nel 1916 dai soldati italiani della Brigata Firenze dislocati in Slovenia nei pressi di Plava, sul medio Isonzo. Il volume, curato da Sergio Spagnolo e pubblicato con il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, è tra i più citati nelle bibliografie di esperti e storici militari. Le immagini della clip mostrano il cimitero dedicato al Gen. Giovanni Prelli, comandante della divisione che attaccò Plava e la sua famigerata quota, raccoglieva circa 3500 salme che nel 1938 furono traslate nel grande Sacrario di Oslavia, un po’ più a nord di Gorizia. Tra queste vi erano anche 140 caduti austriaci.
Le immagini, concesse gratuitamente da Istoreco, dalla Fototeca del museo storico della Guardia di Finanza e da Antonio Scrimali, uno dei primi storici e ricercatori che si interessarono della Grande Guerra, raccontano momenti drammatici, la vita nelle trincee, il fronte. Vite di uomini in divisa che hanno lasciato le loro famiglie, le loro case e il loro lavoro per una assurda guerra. E’ anche per dare un messaggio di pace e di fratellanza che persone come Sergio Spagnolo e Fabrizio Corso, tra i curatori del libro “E ora andiamo!”, veri e propri “cultori della memoria”, hanno lavorato al “diario di guerra” di Mario Muccini.  Il "Comitato pro-chiesa di Plave" costituito tra semplici cittadini appassionati di storia della Grande Guerra con lo scopo di preservare la chiesetta per non dimenticare i caduti di tutte le nazionalità porta avanti l’iniziativa del recupero della chiesetta che, precedentemente, fu pensata ma mai realizzata da Antonio Scrimali in tempi non ancora maturi a causa dei pessimi rapporti di allora fra Italia e Jugoslavia. Dopo diversi anni, però, soprattutto grazie alla volontà e alla caparbietà proprio di Sergio Spagnolo e di Maria Luisa De Caroli, la figlia di un tenente medico reduce di Plava e di molti volontari si è giunti al “primo progetto di reale cooperazione trans frontaliera di questo tipo” sottolinea Sergio Spagnolo. Collaboriamo fattivamente con la Soprintendeza ai beni culturali della Slovenia che ci agevola con consulenze e progetti oltre che con le istituzioni locali e ne sono particolarmente orgoglioso” aggiunge Spagnolo -. Il libro oltre ad essere un interessantissimo diario di guerra citato in molte opere storiografiche di famosi autori è arricchito da 6 appendici dei maggiori esperti del momento dei luoghi dove ha combattuto il tenente Mario Muccini”.
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