martedì 4 giugno 2019
La furia dei lagunari per una partita ai limiti della follia sportiva. L'ultimo impegno agonistico di una stagione surreale con un campionato in balia delle sentenze dei tribunali
Serse Cosmi, allenatore del Venezia

Serse Cosmi, allenatore del Venezia

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La Serie B 2018-19 è iniziata nei tribunali e finisce nei tribunali. L’epilogo è molto simile al principio. Ad agosto era stata la decisione della Lega guidata dal presidente Balata di partire con un campionato a 19 squadre senza accettare i ripescaggi ad accendere le polveri giuridiche delle squadre escluse, costrette poi a settimane di limbo in Serie C in attesa che si sbrogliasse la matasse di ricorsi e controricorsi davanti alla giustizia sportiva e amministrativa. Adesso è l’infinita querelle sulle modalità di gestione del caso Palermo ad aver trasformato i playout in una lotteria senza un calendario preciso. Con il risultato di scatenare la protesta di una delle due squadre che domani disputeranno il primo atto dello spareggio per evitare la caduta in Serie C (ritorno domenica): il Venezia, avversario della Salernitana.I veneti erano salvi dopo la prima decisione della giustizia sportiva che aveva optato per la retrocessione del Palermo per illecito amministrativo. Quindi clima pre-vacanziero e via libera ai calciatori convocati dalle rispettive Nazionali, giovanili comprese. Ma la successiva sentenza della Corte federale d’appello che ha nuovamente modificato la posizione finale del Palermo - trasformando la retrocessione in una penalizzazione di 20 punti che ha riportato i siciliani fuori dalla zona salvezza - ha costretto i nero-verdi a tornare in campo per giocarsi un obiettivo fondamentale. Serse Cosmi e il proprietario Tacopina hanno criticato in modo vibrante questo nuovo cambio di programma che cancella ogni certezza di programmazione sportiva e, secondo i loro calcoli, ha privato il Venezia di 11 giocatori.Basta ricordare che a fine aprile la Lega B aveva fissato i playout al 19 e 26 maggio. Il calendario rientrava nella volontà di definire tutti i verdetti prima di lunedì 3 giugno, in tempo per rilasciare senza polemiche tutti i nazionali tesserati con club cadetti, in modo da evitare le fastidiose trattative degli anni scorsi con le Federazioni (compresa quella italiana) soprattutto per i giovani chiamati per le fasi finali dei tornei internazionali, in particolare Under 21 o Under 20. Ma questa preveggenza si è scontrata con la realtà di un finale litigiosissimo. Venezia e Salernitana andranno in campo a 25 giorni dall’ultimo impegno agonistico. Una follia in termini sportivi. Ma è tutta questa vicenda a essere sfuggita di mano, fin dalla decisione della Lega B di non far disputare i playoff tra il Foggia e la Salernitana di Lotito nel momento in cui il Palermo era stato penalizzato fino all’ultima posizione. Quasi che i pugliesi fossero finiti in una posizione chissà per quale strano motivo non riconducibile alla quartultima piazza, quindi a quel punto meritevoli di disputare i playout. Un orientamento che faceva a pugni con la logica e infatti è stata modificato per intervento della giustizia sportiva della Figc.Ma la speranza del Foggia è durata poco perché la riduzione della pena del Palermo ha rispedito i pugliesi in C coinvolgendo nello spareggio il Venezia contro la Salernitana e provocando la furia di Cosmi e dei dirigenti lagunari. Sono situazioni talmente ingarbugliate da risultare quasi inspiegabili. Di sicuro un finale simile è lontanissimo dalla limpidezza sportiva dei verdetti del campo. E non fa che accrescere la visione di Lotito king-maker di politica calcistica anche tra i cadetti. La sua Salernitana infatti si è trovata al centro di questa vicenda determinando sempre la protesta di tutti gli altri protagonisti. E’ il destino di una Serie B conflittuale che ha vissuto mesi paralleli tra campo e aule di giustizia.

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