mercoledì 12 maggio 2010
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Il 63esimo festival di Cannes si aprirà solo stasera con Robin Hood e una cerimonia guidata dalla madrina Kristin Scott Thomas (in diretta su Sky Uno, canale 109, dalle 18.45), ma sulla Croisette si annunciano tempeste, e non solo atmosferiche. L’Italia sta già facendo la sua parte con tutte le polemiche a proposito del controverso Draquila di Sabina Guzzanti e della decisione del ministro Bondi di protestare disertando la kermesse. Ma il nostro paese illuso dal denaro trema anche nel film di Luchetti, La nostra vita, unico italiano in concorso, ritratto altrettanto inquietante di ciò che siamo diventati. Se però i francesi si dicono preoccupati per la libertà dei nostri artisti minacciata da Berlusconi, anche oltralpe hanno le loro belle gatte da pelare. Il franco algerino Rachid Bouchareb, che solo quattro anni fa era stato applaudito e premiato per Indigènessui soldati magrebini che liberarono la Francia dal nazismo, ora è accusato dal partito di Sarkozy di falsificare la storia con il suo Hors-la-loi che rievoca la cittadina algerina di Sétif e i moti del maggio 1945 quando la popolazione, all’indomani della resa tedesca, pensava di chiudere anche il capitolo del colonialismo. Ma così non fu e i morti furono forse 30mila. Una brutta e scomoda pagina di storia francese che secondo i detrattori pecca per troppi errori e anacronismi. Staremo a vedere. Ma la Francia dovrà preoccuparsi anche di Des Hommes et des Dieux di Xavier Beauvois che racconta la drammatica vicenda dei sette monaci trappisti assassinati a Tibhirine, in Algeria, nel 1996, una vicenda ancora oggi al centro di indagini giudiziarie e giornalistiche. E che aspettarsi da Jean-Luc Godard che arriverà a Cannes con Film Socialiste o da Ken Loach e il suo Route Irish entrato in competizione all’ultimo momento? Intanto anche Nikita Mikhalkov, il cineasta russo accusato di essere troppo vicino al potere, e che al Festival arriverà con Il sole ingannatore 2, stroncato in patria dalla critica, mette le mani avanti: «Non sono sicuro – dice – che il film verrà capito e accettato a Cannes». E al Cremlino quelli che si aspettavano un film patriottico hanno visto invece un’Armata Rossa ridotta come quella di Brancaleone. Per non parlare dell’amministrazione Bush messa sotto accusa in Fair Game di Doug Liman. A fare politica però ci penserà lo stesso Robin Hood, l’arciere che toglie ai ricchi per dare ai poveri e lotta, questa volta diretto da Ridley Scott,  contro la tirannia del potere. Se vivesse ai giorni nostri rapinerebbe senza dubbio il Michael Douglas di Wall Street 2 di Oliver Stone, che toglie alla classe media per dare ai ricchi ed è anche lui attesissimo sulla Croisette. Molti i grandi autori in arrivo come Woody Allen (You Will Meet a Tall Dark Stranger), Mike Leigh (Another Year), Abbas Kiarostami (Copia Conforme, coprodotto da Angelo Barbagallo), Takeshi Kitano (Outrage), Stephen Frears (Tamara Drewe), Otar Iosseliani (Chantrapas), Manoel De Oliveira (O estranho caso de Angélica), Alejandro Inarritu (Biutiful). Ma naturalmente spuntano anche registi e attori emergenti su cui scommettere perché questo festival, nonostante tutto, è ancora un insostituibile terreno di scoperta.
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