sabato 23 luglio 2016
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Gli amici e vicini di casa – della nostra sede romana – del Corriere dello Sport titolano all’indomani della stesura del nuovo calendario di calcio: “Una Serie A bellissima”. Secondo noi invece, e non siamo i soli, la stagione 2016-2017 si preannuncia bruttissima, poverissima e noiosissima.

Sulla carta è quasi scontato l’ennesimo monologo Juventus che in caso di conquista dello scudetto allungherebbe la serie a sei di fila, record ineguagliabile per i prossimi duecento anni di calcio nazionale. E la possibilità di andare a cifra tonda, data la concorrenza, è altrettanto scontata. Ma scusi, caro cinepatron Aurelio De Laurentiis, con una Juve che lo scorso anno ha stravinto - concedendo pure un lauto vantaggio iniziale alle povere rivali – il suo pentacampionato, che cosa fa? Le “regala” Higuaín? Con i soldi incassati dalla cessione del “Pipita” (94 milioni di euro, più altri 30 milioni in 4 anni per il giocatore) Napoli adesso sarà anche milionaria, ma perde una macchina da gol (36 reti lo scorso campionato). E, con mezza Europa che lo chiedeva, a chi lo dà? Alla Juventus ovviamente, e per giunta dopo aver giurato e spergiurato ai tifosi, anche per ragioni di ordine pubblico, che Higuaín l'avrebbero potuto prendere tutti, tranne i bianconeri. Quando si dice la parola...

E anche la Roma, caro mister Pallotta: lei gioca a fare l’americano, ma il migliore calciatore che aveva in rosa Spalletti, il bosniaco Pjanic, lo recapita come un pacco dono a Vinovo alla già - così com'era - invincibile armata juventina? Ma questo è troppo su, la seconda e la terza oreficeria del calcio nostrano che si privano dei loro gioielli più preziosi per "regalarli" a Bulgari... Con le due romane eterne incompiute, idem la Fiorentina dei cauti Della Valle, il Milan e l'Inter in salsa cinese che non si capisce assolutamente che ruolo possano recitare, non serve mica la sfera di cristallo per presagire che a Natale il campionato potrebbe essere bello che chiuso. Sospeso per manifesta superiorità della Juventus, e di contro l'imbarazzante inferiorità delle altre diciannove.

A quel punto che fare? Consigliamo a tutti i club, dal neopromosso Crotone al piccolo grande Sassuolo di Squinzi, di tentare di iscriversi come “fuori concorso” a qualche campionato europeo – anche islandese - o, ancora meglio, di farsi pagare per andare in turnée in un paradiso fiscale asiatico o disputare tornei di esibizione alle corti dei munifici sceicchi. Comprendiamo la strategia dell’asso pigliatutto della potente, rediviva e vegeta Vecchia Signora, che tenta la scalata europea alla Champions League, ma così facendo ha spolpato quel po’ di ciccia che ancora restava attaccata a una Serie A ridotta ormai all’osso. Altro che bellissima. In bocca al lupo alle altre diciannove squadre, anzi comparse, per le quali, al momento, non resta altro che l’importanza del partecipare. E a noi, spettatori annoiati e tifosi privati di ogni aspettativa, magari pregare per un miracolo Leicester all'italiana.

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