lunedì 8 agosto 2011
I calciatori italiani sono pronti a incrociare le gambe se non verrà firmato l'accordo collettivo. «È una minaccia grave e insensibile in questa crisi, così non firmeremo», afferma il presidente Beretta. Il ct della Nazionale Prandelli: le parti troveranno la firma.
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Il campionato di serie A rischia di non partire il 26 agosto. Con una la lettera aperta dell'Assocalciatori, firmata da capitani, vicecapitani e leader di tutte le 20 squadre di serie A, i rappresentanti dei giocatori annunciano di non voler giocare se la Lega non firma l'accordo sul contratto. E la risposta del presidente di Lega, Maurizio Beretta, è stata così dura da mettere fortemente a rischio un accordo che a questo punto ha appena tre settimane per essere firmato.«Penso che sia una situazione delicata, ma penso che le parti vogliono trovare l'accordo. Non solo col buon senso, ma con la capacità di interagire troveranno la firma». Così in conferenza stampa il tecnico della Nazionale Cesare Prandelli in risposta a una domanda sulla diatriba tra Lega Serie A e Assocalciatori per il rinnovo del contratto collettivo.Il presidente dell'Aic, Damiano Tommasi: «Vogliamo firmare l'accordo per il contratto nazionale dei calciatori. È il caso di farlo per iniziare la stagione. Non è una minaccia di sciopero». Però... La lettera aperta parla chiaro: o la Lega firma l'accordo, compreso l'articolo 7 per la gestione degli allenamenti dei "fuori rosa" oppure non si parte. Tommasi: «Sui fuori rosa sono disorientato, avevamo raggiunto l'accordo. Sembra che il nodo sia quello, ma è anche vero che non è un tema caldo per molti presidenti, la questione era già stata superata grazie all'intervento del presidente della Figc Abete. Che la Lega faccia quello che deve fare e firmi l'accordo già raggiunto e firmato da Campana». Maurizio Beretta per tutta risposta ha sentenziato: «Sono sorpreso. A queste condizioni non firmeremo mai, e d'altra parte non si vede perché dobbiamo sottostare con Tommasi a una minaccia, che non abbiamo accettato con Campana. Lo sciopero minacciato dai calciatori è un atto grave e insensibile, a maggior ragione alla luce di quello che sta vivendo il Paese reale. Non dimentichiamo che si tratta di 800 giocatori il cui stipendio medio è di oltre un milione di euro all'anno». Una porta chiusa in faccia ai calciatori, ma che lascia trapelare uno spiraglio. Beretta infatti, ha aggiunto: «I margini per un accordo però ci sono, basta venirsi incontro». Il guaio è che Tommasi ha ribattuto poco dopo: «In Lega di A sono incapaci di tirar le fila di 20 persone e metterle d'accordo. Parla di sorpresa tornando da Pechino? Sembra sia stato fuori dall'Italia un anno. Spieghi perché ha fatto un accordo che la sua assemblea ha bocciato». Anche Buffon e il sindacato da lui fondato, l'Associazione nazionale calciatori, si schiera con i 20 capitani di serie A che hanno firmato la lettera aperta nella quale chiedono alla Lega Calcio di firmare l'accordo collettivo, pena il rinvio dell'inizio del campionato. «Come Aic - ha spiegato il portiere della Juve e capitano della Nazionale - noi siamo sicuramente al fianco dell'Aic in questa iniziativa. Anche perché è il momento di non spaccarci, almeno tra noi calciatori». Buffon, come molti dei firmatari della lettera dell'Assocalciatori ha in ogni caso espresso l'auspicio che la situazione si risolva entro il 27 agosto. «Noi speriamo che il campionato parta regolarmente, nelle date prestabilite».
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