"La delusione dei tifosi? In fondo una domenica senza serie A è solo un prolungamento dell'estate, non ci perde nessuno perchè questa giornata si recupererà, magari il 21 dicembre. Semmai a calciatori e presidenti vanno tirate le orecchie per un altro motivo: l'Italia è in crisi, ci sono cose molto più importanti per cui scioperare". Gigi Riva va come sempre controcorrente, e sgrida il suo calcio per l'esito di una trattativa estenuante. "Le motivazioni sono un vespaio, e confesso che non le ho capite troppo bene neanche io - dice il giocatore simbolo del Cagliari scudetto, ora team manager della nazionale - Le responsabilità sono di tutti, presidenti manager e calciatori, ma attenti: come la Sardegna non è solo il Billionaire, così il calcio non è solo Ferrari e veline. Poi mi devono spiegare perchè uno come Ibrahimovic il contributo straordinario per aiutare il paese in crisi lo debba versare all'Italia, e non alla Svezia. Quanto a me, ho vissuto gli anni del sindacato calciatori ai suoi albori, io sono sempre stato per il buon senso". Intanto i calciatori, come tutti i lavoratori che scioperano, potrebbero andare incontro alla trattenuta in busta paga. "Non è un problema - dice il vicepresidente dell'Assocalciatori, Umberto Calcagno - I giocatori hanno sempre detto che rispetteranno la legge per il contributo di solidarietà, e non ci sarà nessun tipo di problema neanche in questo caso".Calcagno ha fatto però presente che formalmente la giornata non si disputa "non per uno sciopero - ha detto a Sky -, cui singoli giocatori avrebbero potuto non aderire, ma di un differimento della giornata da parte della Federcalcio". Nel precedente stop del '96 alcune società effettuarono la trattenuta, "ma ci furono dei ricorsi e furono vinti dai giocatori coinvolti: anche perchè la domenica era stata occupata da un allenamento doppio, ed era considerata lavorativa".Sulla stessa linea il presidente del Cesena: "Noi domani ci alleniamo, non si pone il problema della trattenuta", ha detto Igor Campedelli, aggiungendo poi "che alcune cose vanno cambiate in Lega, a cominciare dalla governance e dalla presidenza. Ha sbagliato l'Aic a forzare sul contratto collettivo in queste settimane di mercato, ma anche noi presidenti dobbiamo fare mea culpa: siamo stati troppo confusi, il lavoro fatto fino a ora era stato egregio".