martedì 12 ottobre 2010
Stasera a Marassi gli azzurri di Prandelli reduci dall’opaco pareggio di Belfast affrontano la Serbia. De Rossi infortunato. Abete: «Gara chiave verso Euro 2012».
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Vietato sbagliare. È questo l’imperativo che circola nel clan azzurro di Cesare Prandelli dopo la prestazione in bianco di Belfast contro l’Irlanda del Nord. Il ct è costretto a cambiare i suoi piani, non gli obiettivi. «Chi vince prende tre punti, ma soprattutto acquisisce un bel vantaggio per la qualificazione», dice il ct azzurro alla vigilia della sfida con la Serbia al “Marassi” di Genova. C’è però l’infortunio di De Rossi a complicare le cose. «Avevo pensato seriamente a un doppio centravanti con Cassano. Poi senza De Rossi ho dovuto cambiare idea. Lui non ha un clone». Tra Pazzini e Borriello, ha preferito il primo «dopo aver visto il dvd della Serbia. Ha i movimenti giusti per affrontare questi avversari». Dietro le linee degli attaccanti giocherà Mauri mentre a Cassano chiederà «di finalizzare l’azione. Questo è il suo stadio, la gente ci darà la spinta. Mi aspetto di più da Antonio come da tutti quanti. Anche da me stesso». La formazione annunciata, senza specificare il modulo, dal commissario tecnico non ha grosse sorprese, eccetto Borriello in panchina: Viviano, Zambrotta, Bonucci, Chiellini, Criscito, Mauri, Palombo, Pirlo, Marchisio, Cassano, Pazzini. Resta solo un piccolo dubbio su Bonucci, pronto ad essere sostituito da Gastaldello nel caso si accentuino i problemi fisici che continuano ad assillarlo.Il ct ha poi parlato della Serbia: «Ha giocatori che gli possono far vincere la gara da soli, hanno grande orgoglio e personalità. Attenzione soprattutto a Krasic, porta palla con una forza incredibile e sa saltare l’uomo con facilità, ma anche noi abbiamo le nostre armi. Giocare a Genova non ha condizionato le mie scelte».Scelte che presto potranno riportarlo all’antico coinvolgendo qualche altro “ex” come Totti. Il capitano giallorosso, fresco vincitore del Golden Foot, il premio internazionale alla carriera, ringrazia: «Se Prandelli chiama ne parlerò con lui, ma in questo momento penso solo alla Roma». La Serbia, reduce dalla clamorosa batosta interna contro l’Estonia farà molta attenzione a non compiere un ennesimo e definitivo passo falso. Deve anzi cercare un risultato importante. «Noi siamo un popolo orgoglioso. Con la rabbia e la mentalità giusta possiamo mettere a segno il colpo grosso». È lo stato d’animo di Dejan Stankovic, centrocampista nerazzurro e capitano della Serbia. Il giocatore rivela aspettative e speranze riguardo la sua Nazionale, con un’arma in più, quella di conoscere i colleghi in maglia azzurra. «I miei compagni - dice - conoscono gli azzurri, li seguono, sono consapevoli delle loro qualità. Noi dobbiamo avere molta pazienza. Giochiamo fuori casa ma siamo pronti ad uscire per cercare di punire l’Italia».Cassano? «Ok, non fa gol, ma riesce a creare tante occasioni. Cosa vogliamo chiedere di più? Prandelli lo tira molto su perchè sa che può e deve diventare un leader. Antonio ha la personalità per portare sulle spalle una squadra come l’Italia».
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